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Caffaro, verso la bonifica: "Prime demolizioni entro l'anno"

Il raggruppamento temporaneo d'impresa che ha vinto il bando per i lavori potrà accedere ai luoghi entro il 12 febbraio

A guardarlo sembra un grande quartiere abbandonato. Eppure, dentro il Sin Caffaro qualcosa si muove: l'accidentato percorso verso la bonifica accelera. Il raggruppamento temporaneo d’impresa, che si è aggiudicato la gara per la prima fase di lavoro, potrà entrare nell’area con un mese e mezzo di anticipo: entro il 12 febbraio invece che alla fine di marzo, quando si prevede l'aggiudicazione definitiva. 

A dare la notizia è il commissario straordinario del Sin Mauro Fasano, nel corso del sopralluogo svolto questa mattina in compagnia dell’assessore all’ambiente di Regione Lombardia Giorgio Maione, della sindaca Laura Castelletti e dell’assessora all’ambiente del comune Camilla Bianchi, oltre che dai vertici di A2a Ciclo idrico, gestore della barriera idraulica della Caffaro dal primo novembre scorso. 

Brescia: sopralluogo alla Caffaro

Lo stato dell'arte della fabbrica dei veleni

L’appalto per i lavori è stato aggiudicato lo scorso 12 dicembre al consorzio temporaneo di imprese formato da Greenthesis, Nico e Acr, uno dei due che avevano partecipato al bando da oltre 57 milioni di euro per la prima fase della bonifica del sito industriale di via Nullo. L’aggiudicazione definitiva è prevista per marzo, ma la legge consente al commissario di anticipare i tempi di avvio delle attività: "risparmiare un mese e mezzo potrebbe permetterci di cominciare a demolire entro l’anno, dopo una prima fase dedicata alla progettazione" spiega Fasano. La demolizione - per cui si stima un tempo di circa due anni - è però solo una parte del corposo lavoro da svolgere: poi toccherà all'escavazione e alle operazioni di soil washing, per liberare il terreno dai veleni che negli anni vi si sono accumulati: Pcb, diossine, solventi clorurati, metalli pesanti. 

Nel frattempo, A2A ha avviato la realizzazione di nuove stazioni di monitoraggio della barriera idrica, telecontrollate e attive in modo continuativo, in aggiunta a quelli già attivati dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’ambiente. Oltre al monitoraggio dei pozzi, sarà installata una stazione di monitoraggio sullo scarico finale, capace di restituire in tempo reale il quadro della qualità dello scarico. Intanto, secondo Giovanni Brignoli, che segue l’impianto per A2A, la barriera funziona: "i valori rilevati a novembre e dicembre sono conformi ai limiti di legge". Secondo il tecnico, i Pcb che finiscono nella roggia Fiumicella sono sotto i limiti di legge, 2 o 3 nanogrammi a litro, mentre il cromo è sotto i 10 microgrammi. 

I nodi ancora da sciogliere

Tra le sostanze inquinanti rinvenute nel sin sono presenti però anche i clorati, molto difficili da trattare, anche perché la loro concentrazione non trova, al momento, limiti di legge. Per farlo, lo scorso anno, in accordo con Procura e Ministero Caffaro Brescia srl ha realizzato due nuovi pozzi. L’azienda che ha lavorato nel sin tra il 2011 e il 2022 è chiamata, però, anche a realizzare il nuovo impianto di trattamento entro giugno 2024: i tempi sono stretti, tuttavia il commissario Fasano è sicuro: “le scadenze sono state tracciate e l’azienda dovrà adempiere”. 

Resta sullo sfondo il nodo delle aree private, su cui attualmente non è possibile intervenire: Regione e Loggia stanno lavorando e sondando le varie possibilità normative. “Chiediamo ai cittadini di sognare un po' e immaginare questo spazio libero fra qualche anno”, sostiene Maione. “Ci riprenderemo un pezzo di territorio che avevamo dato per perso”. 

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