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L’ultimo saluto a Stefano Borgonovo, il simbolo della lotta alla SLA

Dal 2005 ad oggi un’agonia crescente, la sua omonima Fondazione, la lotta contro la malattia. Il cordoglio di amici e colleghi, il cordoglio del Brescia Calcio dove militò nella stagione 1994/1995

Stefano Borgonovo ha perso la sua ultima partita, questa volta ha vinto la ‘stronza’. La chiamava così la sua malattia, la Sclerosi Laterale Amniotica, meglio conosciuta come SLA: dal 2008 ad oggi un’agonia che appariva crescente, da quando lui stesso l’aveva annunciato, quando lui stesso si era rivelato al mondo, “da oggi riesco a parlare solo con un sintetizzatore vocale”.

Fermo, immobile. Ma con lo sguardo pieno di vita, e quegli occhi che gli permettevano ancora di parlare, quella macchina che era diventata il suo unico veicolo di comunicazione. Impegnato nel sociale, proprio nella lotta alla SLA con la sua omonima Fondazione, ne ha viste tante nella sua vita sportiva, dal Como (la squadra che lo ha cresciuto e che ha pure allenato, fino alla Primavera) all’Udinese, passando per ‘squadroni’ come Fiorentina (in campo con Roberto Baggio) o Milan, nel 1989/90. I suoi anni migliori, da centravanti, con la maglia del Pescara: 20 gol in due anni, in poco più di 40 partite.

Indimenticata la sua parentesi bresciana, per mezza stagione tra il 1994 e il 1994. Dodici partite e nessun gol, penultima tappa della sua carriera nel calcio giocato, dieci anni esatti dai primi sintomi. Il gol che mai dimenticherà? Quello al Bayern Monaco, quando vestiva rossonero, in semifinale di Coppa dei Campioni, un gol che significò finalissima.

Il cordoglio di amici e ‘colleghi’, allenatori e compagni. Anche il Brescia lo ricorda, con un comunicato: “Il presidente del Brescia Calcio Luigi Corioni, la sua famiglia, i dirigenti e tutta la società partecipano commossi al lutto della famiglia Borgonovo”.

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