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Turbante in testa, "non giochi": clamorosa decisione arbitrale

Succede negli Allievi, nel corso della gara tra Montirone e Sant'Eufemia: per i padroni di casa in campo un ragazzo di religione sikh, con copricapo in testa. L'arbitro gli impedisce di giocare, e lo relega alla "panchina forzata"

Un episodio forse inedito ha ‘movimentato’ gli animi di ragazzi e allenatori, quando mancava pochissimo al fischio d’inizio della gara tra Montirone e Real Sant’Eufemia, valida per il campionato provinciale categoria Allievi. Al momento della ‘discesa’ in campo infatti, l’arbitro ha verbalmente richiamato uno dei giocatori della squadra di casa, il Montirone appunto, intimandogli di levarsi il copricapo pena la “panchina forzata”.

Il ragazzo in questione si chiama Gurpatrap, ha 15 anni e di cognome fa Singh. La sua religione, il Sikhismo d’origine indiana, prevede che quel copricapo, per intenderci quasi uno chignon, non debba essere levato per alcun motivo.

Ma l’arbitro è irremovibile, e decide che il ragazzo non può giocare, interpretando in via decisamente forzata il regolamento FIGC. Una decisione che non piace alla dirigenza del Montirone, che ha immediatamente definito l’episodio come “una cosa vergognosa, una decisione personale e discriminatoria che ha leso non solo le regole, ma anche il rispetto”.

Beffa nella beffa, quando manca una manciata di minuti al fischio finale, l’arbitro si avvicina alla panchina ‘di casa’ e, guardando il giovane sikh seduto tra i compagni, con gli occhi forse ancora lucidi, gli dà il via libera per entrare in campo.

Il turbante conteso, a questo punto, potrebbe costare una pesante punizione per il giovane arbitro che, da un campetto di periferia stavolta, invece di combatterla, l’intolleranza se l’è fatta da sé.

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