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Frode fiscale da 12 milioni: lo scandalo delle false fatture scuote il mondo del rally

Coinvolta anche un'azienda bresciana, a quanto pare una società “cartiera” per l'emissione di false fatture: nel mirino degli inquirenti scuderie e sponsor del mondo del rally

Uno scandalo che agita non poco il mondo delle corse automobilistiche: secondo la Guardia di Finanza di Erba e la Procura di Como in tutta Italia scuderie rally si sarebbero specializzate nella “produzione” di false fatturazioni, con la complicità di società pubblicitarie, organizzatori di eventi e sponsor, così da abbattere redditi e Iva derivanti dalla vendita di spazi commerciali e dal noleggio delle auto.

Lo riferiscono proprio le Fiamme Gialle, che fanno sapere anche di un sequestro preventivo di beni mobili e immobili pari a 5,2 milioni di euro. In tutto la frode fiscale potrebbe avvicinarsi ai 12 milioni, coinvolgendo in tutto almeno 15 aziende: tra queste anche una ditta bresciana, con sede in città, e poi imprese di Como, Lecco, Milano, Novara, Reggio Emilia e Roma.

Tra gli indagati eccellenti anche l'imprenditore bergamasco che risultava appunto al vertice della società bresciana. A capo dell'organizzazione, però, risulterebbero in particolare tre soggetti, tutti operanti nel mondo delle corse automobilistiche. 

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