Brescia Calcio: dimissioni di Cellino, ora la vendita per 30 milioni di euro?
Massimo Cellino si è dimesso: cosa succede ora al Brescia?
E' il testamento "politico" di Massimo Cellino: "Sono convinto che con le mie dimissioni la società sarà in condizione di individuare, d'intesa con gli organi giudiziari, una persona che con più serenità possa portare il Brescia Calcio a quei risultati che la passione dei tifosi merita". E' uno stralcio della lettera di dimissioni pubblicata dalla società nel giorno delle dimissioni (irrevocabili?) del presidente del Brescia: una notizia su cui si vociferava da giorni, e che ha trovato conferma ufficiale martedì pomeriggio.
Domanda lecita, dai tifosi e non solo: e adesso che succede? Il prossimo passo sarà il Consiglio d'amministrazione già convocato per venerdì, che ratificherà le dimissioni e potrebbe poi annunciarne altre (di altri consiglieri), per sciogliersi ed essere poi ricomposto, e magari (chissà) già proporre un sostituto.
Cosa succede al Brescia
Tutto è possibile, anche se alcune ipotesi sono più incerte e altre più plausibili. In gergo tecnico, si ragiona a una "exit strategy" condivisa. Assai improbabile, ma mai dire mai: Cellino potrebbe comunque mantenere la proprietà del Brescia lasciando però la guida a qualcun altro. E' sicuramente più realistica la possibilità che le Rondinelle siano messe in vendita: già nei mesi scorsi si era ipotizzata una cifra indicativa, tra i 20 e i 40 milioni di euro la cui media fa 30.
Ma ci sono imprenditori bresciani disposti a farsi avanti con una "cordata" nostrana? O come scrive qualche tifoso sui social, e come le trattative incompiute di qualche tempo fa, sarebbe meglio sperare in qualche investitore straniero?
La lettera di dimissioni
Indietro non si torna. Cellino, nella sua lettera di dimissioni, si sofferma in particolare sul procedimento penale "che mi vede coinvolto e che dura ormai da ben due anni, nell'ambito del quale è stato emesso il provvedimento di sequestro che coinvolge di fatto il Brescia Calcio": una circostanza che "ha ormai logorato la mia serenità, necessaria ai fini della gestione di un'impresa complessa quale è una squadra di calcio. Alla difficoltà sul piano personale - continua Cellino - si deve aggiungere che l'esistenza del sequestro introduce una serie di vincoli che mal conciliano con la flessibilità e la speditezza di decisioni che una gestione efficiente di una società di calcio richiede". Non resta altro che vendere?