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Anche Carletto Mazzone condanna Delio Rossi: «Nessuna giustificazione»

Anche l'ex Rondinelle, non certo famoso per la sua sobrietà - indimenticabile, per i bresciani, la sua corsa sotto la curva dell'Atalanta - condanna il gesto dell'ormai ex coach della Fiorentina

Mi dispiace, soprattutto per lui, ma Delio Rossi ha sbagliato. Non ci sono giustificazioni". Carletto Mazzone, decano degli allenatori italiani per numero di panchine, non riesce ad assolvere il collega che ieri sera a Firenze ha aggredito un suo giocatore.

"Rossi ha tante attenuanti, senza dubbio: la Fiorentina è in bilico, stava perdendo, la tensione è alle stelle - dice Mazzone - ma quello che si è visto non è accettabile. Un allenatore non può e non deve mettere le mani addosso ad un suo giocatore, ad un giovane che ha avuto una reazione magari eccessiva, ma che a 20 anni ci può stare. Peraltro, sono stupefatto perché Rossi é un tecnico esperto, dal comportamento finora ineccepibile".

La storica corsa di Mazzone al pareggio di Roby Baggio

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Mazzone ha allenato per 40 anni e qualche volta è capitato anche a lui di perdere le staffe - memorabile, nel 2001, la corsa sotto la curva Sud dell'Atalanta, che costò all'allora tecnico del Brescia 5 giornate di stop - ma sottolinea di "non aver mai affrontato e tantomeno aggredito un mio giocatore".

"Io ho sempre cercato di allenare l'uomo - spiega - non solo il giocatore e dai ragazzi ho sempre avuto grande rispetto. Non so se le cose ultimamente siano cambiate, forse Rossi si è sentito tradito dall'atteggiamento del giocatore, ma anche qui parliamo di attenuanti e non di giustificazioni".

Mazzone non vuole giudicare poi le scelte della dirigenza della Fiorentina, ma ammette che l'esonero era l'unica strada: "Dopo episodi come questi qualcosa inevitabilmente si rompe nello spogliatoio, l'allenatore cade in difficoltà e data anche la condizione di classifica della squadra un cambio doveva esserci".

L'ex tecnico si è anche detto "amareggiato" per gli applausi che dagli spalti sono stati tributati a Rossi e i cori offensivi e a sfondo razzista riservati al giovane Adem Ljajic. "Il pubblico ha sbagliato, non si può mettere in croce un ragazzo giovane, anche se non va certo giustificato".

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