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Caracciolo e gli insulti al vicequestore: il processo ad aprile

A quasi due anni dalla semifinale playoff di Livorno, quella che decretò l'eliminazione del Brescia dalla corsa alla Serie A, finisce in tribunale il battibecco tra l'Airone Andrea Caracciolo e il vicequestore Paolo Rossi

Non è solo il brutto periodo della squadra, o il ‘blocco del centravanti’ quando si trova sottoporta, non segna un gol su azione ormai da 100 giorni. Un altro tormento assilla Andrea Caracciolo, l’uomo simbolo del Brescia Calcio da poco nuovamente allenato da mister Alessandro Calori.

Il 10 aprile prossimo infatti l’Airone dovrà farsi vivo in tribunale, per rispondere alle accuse di “offesa di prestigio e onore” nei confronti del vicequestore di Livorno, Paolo Rossi. Scherzi del destino, un omonimo di uno dei più grandi bomber che l’Italia ricordi.

Era il 26 maggio 2013, allo stadio Armando Picchi va in scena la semifinale dei playoff: chi passa il turno andrà a giocarsi davvero la promozione in Serie A, e il Brescia deve vincere ad ogni costo. Segna Corvia, pareggia Paulinho: e la partita finisce 1 a 1, tanti saluti alle Rondinelle.

Il nervosismo è diffuso, Caracciolo non ci vede più dalla rabbia. Tanto da perdere il controllo: avrebbe così insultato più volte il vicequestore livornese, che non gliel’ha fatta passare liscia. Oltre alla multa già sanzionata infatti il rischio concreto è quello dell’oltraggio a pubblico ufficiale. 

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