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In alto i calici: quattro vini al top per festeggiare il Capodanno

Un viaggio in quattro vini di collina, dal Garda alla Franciacorta e pure in Valpolicella, per celebrare l'anno nuovo ormai alle porte

Se lo scorso anno abbiamo selezionato quattro vini bresciani per celebrare il Natale, questa volta ci siamo spinti qualche giorno più in là: quale occasione migliore se non il Capodanno, per stappare una bottiglia come si deve? Cominciamo così il nostro viaggio, anche oggi fedeli alla linea: siamo rimasti in provincia di Brescia, salvo un piccolo salto oltreconfine, con focus sul lago di Garda e una selezione di quattro etichette dei quattro “colori” del vino. Quindi bianco, rosso, rosato e bollicine: a voi la scelta.

Pratello: Ottocento

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Collocata a cavallo tra le province di Verona e Brescia, la Doc San Martino della Battaglia è una piccola nicchia geologica e climatica tra le colline e l'entroterra a sud del lago di Garda. Qui da sempre viene coltivato il Tokaj, che dopo la “contesa” con l'Ungheria è stato ribattezzato Tuchì: nasce da qui Ottocento di Pratello (Padenghe), azienda che si estende su circa 120 ettari di cui 80 a vigneto e il restante a uliveti, ortaggi e frutteti. I vigneti della Pratello abbracciano sia i territori della Valtenesi che della Lugana: un territorio meraviglioso, influenzato da un microclima unico. Ottocento è un San Martino della Battaglia “allevato” in vigne di oltre 80 anni, in parte a piede franco: un vino dalla nitidezza aromatica, salino, croccante da giovane e polposo nel tempo. Ideale l'abbinamento col prosciutto San Daniele, splendida la sua vocazione sui vegetali – in particolare asparagi, ortica e silene – ma si abbina bene anche ai crostacei: cicale, gamberetti, scampi e aragoste. Per informazioni: pratello.com

Domini Veneti: Valpolicella Ripasso

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Un salto di poche decine di chilometri, nel cuore della Valpolicella con Domini Veneti (che ha uno store anche a Sirmione) e l'immancabile vino rosso. L'ultimo nato è il Valpolicella Superiore Ripasso Doc Classico biologico, prodotto insieme agli altri due vini bio di Domeni Veneti – Amarone e Valpolicella – con uve che provengono da vigneti certificati situati in collina, dove solitamente il clima è più asciutto (e ventilato) e i terreni inclinati drenano meglio la pioggia. Per quanto riguarda il Ripasso, le uve vengono vinificate fresche per la produzione di Valpolicella Superiore: una seconda fermentazione (appunto, il ripasso) a contatto diretto per 15 giorni con le vinacce dell'Amarone conferisce corpo, alcolicità e complessità a un vino dal colore rosso rubino intenso, che profumo di frutti rossi (ciliegia e lamponi) ma anche di frutta cotta, pepe nero e vaniglia. La Cantina Valpolicella Negrar è il primo produttore di vini bio in Valpolicella classica: oggi conta 244 soci – di cui 36 biologici – che coltivano oltre 700 ettari di vigneto, di cui 139 bio. Per informazioni: dominiveneti.it

Tenute del Garda: Chiaretto

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Il Chiaretto è una produzione storica della Valtenesi e del lago di Garda: la tecnica tradizionale affonda le radici nell'opera del senatore Pompeo Molmenti, che – avendo sposato una ricca donna di Salò – possedeva una villa e alcuni vigneti a Moniga. Si racconta che l'intuizione di Molmenti sia nata durante un viaggio in Francia: qui avrebbe apprezzato i rosé transalpini e ne avrebbe approfondito le metodologie produttive. Tornato in Italia, nel 1896 applicò la vinificazione in bianco alle uve tradizionalmente diffuse sul Garda, e quindi Groppello, Marzemino, Barbera e Sangiovese, contribuendo a creare (e diffondere) una tipologia di rosato rimasta viva e apprezzata negli anni. Il Chiaretto di Tenute del Garda, Riviera del Garda Classico, ad ogni sorso accompagna il sole e il caldo dell'estate con la freschezza e l'eleganza del vino roso. Racchiude i frammenti minerali tipici del territorio morenico in un calice sapido ma armonico. E' come assaporare il Garda (e il suo microclima) attraverso il vitigno autoctono Groppello, protagonista del blend. Per informazioni: tenutedelgarda.it

Ronco Calino: Franciacorta Brut

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Non sempre il Brut senza annata rappresenta l'essenza gustativa della maison. Fa eccezione il Franciacorta Brut di Ronco Calino: le sue uve (Chardonnay 80% e Pinot Nero 20%) arrivano infatti da tutti i vigneti aziendali e apportano all'assemblaggio la loro personalità unica. Il risultato è la sintesi dell'anima della piccola azienda nascosta tra le colline di Torbiato di Adro. Franciacorta Brut, tra l'altro certificato bio, matura almeno 30 mesi in bottiglia sui lieviti. Dopo il dégorgement, è dosato con 3 grammi litro di sciroppo di dosaggio, quantità limitata che ne enfatizza il carattere vivace e complesso. In degustazione, conquista l'olfatto con le sue note fruttate (ananas e pera decana su tutte), floreali (elicriso e fior d'arancio) e delicatamente balsamica): sensazioni poi confermate poi al gusto e arricchite dal sorso lungo e consistente. Un Franciacorta da brindisi, ancor più a Capodanno, da sperimentare anche in abbinamento ad antipasti elaborati e primi piatti saporiti. Per informazioni: roncocalino.boutique

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