Vello-Toline: pista ciclopedonale o ciclovelodromo?
Bello il percorso, destinato a pedoni e ciclisti, che lungo la riva del Sebino porta per 5 km da Vello a Toline. La pista è demarcata anche da un’utile striscia bianca continua che invita chiaramente i marciatori a starsene da una parte, più stretta, ed i pedalatori nei due sensi dall’altra.
Peccato che le frange più “sportive” dei ciclomuniti, quelle che solitamente si muovono in gruppetti e grupponi professionalmente abbigliati e su bici da corsa, pensino che “Vello” sia un diminutivo di “velodromo” e quindi questi 5 km vadano doverosamente percorsi in meno di 5 minuti, pena lo scherno dei compagni e la disapprovazione delle antiche glorie del ciclismo che dal cielo li guardano e valutano. E così, mentre romantici pedoni deambulano pacificamente ammirando lago, rocce e piante di fico, ecco alle loro spalle, o anche di fronte, arrivare i cronometristi del pedale che li riportano di colpo ad una frenetica realtà urbana urlando “attenzione, pista, òcio!” o qualche altro colorito richiamo usato nelle antiche transumanze alpine.
I richiami e gli sfioramenti degli sfreccianti corridori risvegliano un po’ quell’astio malevolo verso il prossimo che una passeggiata in così bell’ambito naturale dovrebbe, al contrario lenire, ma che fare? Còrdoli stradali gialli belli alti sopra la striscia divisoria? New Jersey di cemento? Una lunga recinzione elettrificata, tipo quelle per le mandrie al pascolo, lungo tutto il percorso?! Che esagerazione. Magari basterebbe un po’ meno di fanatismo e menefreghismo.