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Tra poco si festeggiano i santi Faustino e Giovita: conoscete la loro storia?

Dalla decapitazione a Brescia fino alla loro apparizione nell'assedio del 1438: storia e leggenda dei santi Faustino e Giovita

Niente Fiera di San Faustino quest'anno, ma va bene così: il coronavirus morde ancora, e lo confermano quotidianamente i dati – la provincia di Brescia è ancora tra le più colpite in Lombardia, e quindi anche in Italia. Ma aspettando tempi migliori, perché non fare un tuffo nel passato per ricordare le origini del culto, e la vera storia – anzi, la vera leggenda – dei santi patroni di Brescia (e di tanti altri Comuni del nostro territorio).

Ad aiutarci in questo viaggio a ritroso nei millenni ci pensa la celebre Enciclopedia bresciana di Antonio Fappani, consultabile anche online e che ai santi bresciani dedica un ricco capitolo. La leggenda ci porta indietro ai primi decenni dopo Cristo, quando nacque prima Faustino (nel 90 d.C.) e poi Giovita (nel 96 d.C.).

I santi Faustino e Giovita tra storia e leggenda

Faustino era sacerdote e Giovita diacono: secondo le leggende i due “operarono numerosi miracoli in mezzo ai primi cristiani, convertendoli alla fede e abbattendo gli idoli”. Quando vennero scoperti, furono accusati dal Prefetto, “battuti a sangue, sottoposti alle più atroci e fantasiose torture”: ma sopravvissero a tutte. Si narra che uscirono indenni addirittura dalle fiamme del rogo, e per questo vennero scarrozzati prima a Milano, poi a Roma e Napoli.

Infine vennero abbandonati in mare, su una barchetta: le onde li ricondussero a riva, “e appena sbarcati i due santi cominciarono a fare altre conversioni”. Solo dopo quest'ultimo ritorno sulla terraferma vennero riportati a Brescia e decapitati il 15 febbraio del 146, nella località oggi chiamata Forca di Cane. Anche Fappani sottolinea che si tratta di una “fantasiosa passio” composta secoli e secoli più tardi la loro morte.

Un culto bresciano diffuso in tutta la provincia

Il culto dei santi cominciò a svilupparsi non prima del VI secolo, per diffondersi davvero solo a partire dall'VIII. Ma è dal secolo IX che “la personalità dei due martiri, grazie alla passio, è definitivamente fissata e il loro culto conquistò sempre più incremento”. Nei secoli a venire a loro vennero intitolate chiese, prima in città e poi in tutta la provincia: oggi ci sono templi a loro dedicati in Valcamonica (le più importanti a Darfo, Bienno e Malonno) e poi a Corticelle, Comezzano, Marmentino, Collio, a Fasano e Montemaderno sul lago di Garda, a Ponte San Marco, Codignole, e ancora Bione, Quinzano, Borgosatollo, Vobarno, Ceto, Camignone, Offlaga, Manerbio, Padernello e Soprazocco di Gavardo. 

La leggenda dell'assedio del 1438

In tempi (relativamente) più recenti ha preso piede anche un'altra leggenda, legata all'assedio della città nel dicembre del 1438. “Il culto dei santi – si legge nell'Enciclopedia bresciana – ebbe un nuovo rilancio da un fatto straordinario che sarebbe avvenuto nel dicembre del 1438, durante l'assedio stretto dalle truppe viscontee guidate da Nicolò Piccinino, intorno a Brescia e che avrebbe costretto il generale a togliere l'assedio”. In pratica, sarebbero apparsi magicamente “due personaggi coperti d'armi d'oro, con aspetto minaccioso e quasi divino” che avrebbero scatenato “il terrore tra i nemici, fino a rovesciarli dalle barriere”.

Diversi scritti riprendono la curiosa leggenda, tramandata fino ad oggi. A partire dall'VIII secolo, con lo svilupparsi del culto, di pari passo prende piene anche una vasta iconografia. Ritratti a volte come sacerdoti e volte come guerrieri, i santi Faustino e Giovita rimbalzano in dipinti, affreschi, pale e perfino monete. Tante le storie da raccontare anche sui loro resti, reliquie che sarebbero state sballottate in tutta Italia ma di cui anche la Chiesa ammette “l'invenzione, avvenuta nel dicembre del 1455 a cura dell'abate don Bernardo Marcello”.

I santi che proteggono dalle epidemie

Originari di Sarezzo, almeno così si dice, i santi vengono celebrati ogni anno non solo a Brescia, con la Fiera, ma anche nella loro città natale, e poi a Darfo Boario Terme o a Chiari, solo per citare le più importanti e frequentate. Tutto inevitabilmente rimandato il prossimo anno. Ma dopo millenni di storia e tradizione, cosa volete che sia qualche mese d'attesa? Nota curiosa, in tempi di pandemia: Faustino e Giovita sono stati spesso invocati per proteggere la popolazione dalle epidemie. I casi più noti intorno al 1721 ma soprattutto nel 1855, quando anche la nostra provincia fu travolta da una terribile epidemia di colera. 

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