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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dall'industria alla cucina: a Brescia il primo "ristorante 4.0"

Ha aperto alla fine dello scorso anno il primo ristorante 4.0 di Brescia

Il pay off di “Vivace”, direttamente dal web: nel cuore di Brescia una nuova esperienza gastronomica che si fonda su elementi contemporanei di qualità, ricercatezza e accoglienza. Ma la notizia è (anche) un'altra: il ristorante Vivace di fatto è il primo “ristorante 4.0”. Oltre a un'imponente operazione di restauro e di recupero degli spazi storici, è stato realizzato un grande investimento in tecnologia, con impianti installati in funzione della sostenibilità energetica.

Ovvero: un sistema di geotermia, un sistema per la distribuzione intelligente dell'energia, la ventilazione meccanica controllata. Sono solo alcune delle innovazioni presenti che garantiscono un'esperienza dal massimo comfort, ma con un minimo consumo energetico. 

Il ristorante

Il ristorante ha aperto i battenti alla fine dello scorso anno. Si trova in Vicolo Rizzardo, a poche decine di metri da Piazza Vittoria. Il locale è frutto di un progetto di restauro che ha permesso di recuperare gli spazi interni dell'antica Corte Sant'Agata: si sviluppa su due piani, con la sala principale al piano terra, accerchiata da quattro antiche colonne centrali che oggi delimitano le vetrine dedicate alla cantina e  un grande bancone. Al piano interrato, invece, un ambiente caratteristico con bellissime volte in mattone.

I fratelli Pasotti

Da un'idea dei fratelli Pasotti: Eliana, Stefano e Giorgio, tutti e tre imprenditori (chi nel settore della gioielleria e chi nell'industria pesante), da sempre appassionati di enogastronomia e accompagnati in questo nuovo viaggio da Daniele Merola. Ad accomunarli è la volontà, spiegano, di “dare vita a uno spazio dove poter vivere, allo stesso tempo, un piacevole viaggio enogastronomico e un momento rilassante, lontani dai pensieri della frenetica vita di tutti giorni”. Non da meno lo staff che accoglie i clienti.

Lo staff

Si va dalla maitre Stefania Licata, curriculum di locali stellati e master formativi di alto profilo, fino ai sommelier Federico Frattini e Manuel Ragnoli. Poi, la cucina: definita “frizzante e golosa” e affidata allo chef bresciano Davide Modesti. “La volontà, condivisa con la proprietà – si legge in una nota – è quella di catturare l'ospite, dando nuova vita alla tradizione: lo chef propone piatti partendo da ricette conosciute, ma stuzzicando il palato e la fantasia con moderni aggiustamenti e divertenti rivisitazioni”. 

Infine, la cantina: definita “il teatro del vino”. Tante etichette, e soprattutto ricercata: accanto ai grandi nomi dell'enologia sono proposti tanti piccoli artigiani. Dunque non solo i vini della vicina Franciacorta, ma da tutta Italia e anche Francia, oltre a una sezione dal nome “libere espressioni”, dove trovare etichette di vignaioli che difendono la loro “filosofia enologica”. 

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