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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Profughi afghani, i sindaci: "Bresciani, adesso apriamo le nostre case"

L'appello dei sindaci bresciani

La chiamata alle armi, anzi al cuore dei bresciani: il Coordinamento provinciale dei progetti Sai (il Sistema di accoglienza e integrazione del Ministero dell'interno, ex Sprar) lancia un appello per trovare almeno una ventina (ma forse sarebbe meglio trenta) appartamenti per ospitare i 104 profughi afgani ex collaboratori dello Stato italiano arrivati solo pochi giorni fa nella caserma Bertolotti di Edolo. Qui resteranno almeno un paio di settimane, in quarantena preventiva, ma poi dovranno essere trasferiti e ridistribuiti in tutta la provincia.

“Nella convinzione che la micro-accoglienza diffuse, in piccole abitazioni – fa sapere il Coordinamento – e la rete Sai siano la via da privilegiare, ribadiamo la necessità di reperire appartamenti per l'accoglienza dei rifugiati afgani arrivati a Edolo in questi giorni”. In tal senso è già stata “operata” una prima ricognizione dei posti Sai a livello provinciale.

Cercasi appartamenti per rifugiati afgani

Ma sicuramente non basteranno: “Tutti coloro che vogliono mettere a disposizione appartamenti per l'accoglienza dei rifugiati – continuano i sindaci del Coordinamento, rivolgendosi a cittadini, associazioni, cooperative, fondazioni, aziende ma anche Comuni – preferibilmente in paesi dove sono presenti scuole elementari e medie, possono collaboratore con il Coordinamento provinciale scrivendo a coord.sprarbresciani@gmail.com o telefonando al numero 342 1006595”.

Come verrà gestita l'emergenza

Ad oggi in tutto il territorio provinciale sono una trentina i Comuni che aderiscono ai progetti Sai, che nel contempo sono una dozzina: “Il Coordinamento – si legge nella nota diffusa a latere della conferenza stampa convocata al Broletto – si rende disponibile ad agire con la Provincia di Brescia e l'Associazione comuni bresciani, quale cabina di regia del piano di accoglienza e delle azioni che è necessario intraprendere, fin da subito, per reperire i posti mancanti e gestire l'assegnazione dei singoli e dei nuclei familiari ai diversi progetti di accoglienza della provincia, in stretta collaborazione con la Prefettura e il Servizio centrale del Sai”.

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