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Conclusi i lavori alle mura storiche: la nuova vita del Parco dell'Acqua di Brescia

Conclusi i lavori alle mura storiche

La nuova vita del Parco dell'Acqua di Brescia: si sono conclusi da poche settimane (investimento complessivo: 240mila euro) i lavori di consolidamento e recupero conservativo delle mura storiche del parco, che ricordiamo è compreso tra Largo Torrelungo e Piazzale Mombello, dal 1996 considerato di pubblico interesse e inaugurato poi nel 2008, al termine della ristrutturazione realizzata dall'allora Asm, iniziata nel 2002 con l'intento di riecheggiare la memoria del vecchio e storico “Stabilimento ittiogenico”. 

Perché si è dovuto intervenire

A oltre 10 anni dall'apertura si era dunque resa necessaria una manutenzione alle mura storiche (di epoca veneta) che incorniciano il parco. Nel corso del tempo, infatti, la vegetazione spontanea (altamente infestante) aveva causato notevoli danni: le radici delle varie essenze arboree si sono insinuate nelle fughe di malta di calce, con un effetto disgregante, causando l'instabilità dei conci di medolo limitrofi. Si sono pure innescati modesti crolli, e molte altre situazioni a rischio: il pericolo evidente aveva portato all'interdizione del pubblico passaggio proprio a ridosso delle mura.

E' da qui che è stato progettato e programmato l'intervento, interessando i tratti denominati A, B e C delle mura, dall'ingresso sud di fronte a Piazzale Mombello, per circa 280 metri, fino al cambio di direzione a nord in corrispondenza del ristorante Mondo Liquido e il tratto di muro in confine con i giardini di Via Lechi. I lavori sono stati affidati alla Ars Restauri di Bergamo.

Le mura storiche sul lato ovest

Sul tratto murario iniziale “A” è stato eseguito un semplice intervento manutentivo, con il diserbo delle superfici, la verifica della stabilità dei conci di pietra, la revisione delle stilature, e un modesto intervento di ricostruzione del paramento murario.

Anche sul tratto murario “B” sono state diserbate le superfici ed è stata effettuata la revisione delle stilature nella parte bassa, escludendo la porzione d’angolo del baluardo e quella superiore con spanciamento. Dopo l’intervento di rimozione della vegetazione infestante, infatti, sono risultate ben visibili le fratture, con andamento verticale, nell’angolo tondo del baluardo e, a distanza di circa 8-10 metri sul lato nord, uno spanciamento causato dalla spinta delle radici degli alberi presenti sulla testa del muro.

Sul tratto “C” sono state diserbate le superfici, sono state riviste le stilature e sono stati effettuati vari interventi con la tecnica del “cuci-scuci” del paramento murario (la tecnica consente di ripristinare la continuità strutturale di una muratura in mattoni faccia a vista mediante la sostituzione delle parti degradate senza pregiudicarne la funzione portante durante lo svolgimento dei lavori). In seguito alla scoperta di varie situazioni di degrado, tra le quali cinque punti che mostravano una fuoriuscita localizzata del paramento dal piano medio della scarpa, sono stati eseguiti interventi mirati di consolidamento strutturale nelle situazioni con maggiori criticità ed è stata verificata la stabilità della cresta muraria.

Muro di confine con il giardino di via Lechi

La porzione di questo muro in cotto, la cui origine può essere fatta risalire all’epoca della realizzazione della Stazione di Piscicoltura (inaugurata l’8 febbraio 1892), rimaneggiata in momenti successivi, si attesta al di sopra di una muratura in pietra di medolo, parte delle mura storiche della città. 

Nel tratto iniziale, più vicino all’ingresso sud del parco, l’apparato radicale della fitta vegetazione di ailanto aveva scalzato il muro di mattoni proprio all’attacco con il muro in medolo: il fenomeno aveva provocato una profonda lesione longitudinale larga circa 20 centimetri, minacciando seriamente la stabilità del muro, in procinto di crollo e non più recuperabile. 

Procedendo verso nord, lungo tutto il tratto murario, erano evidenti altre infestazioni da ailanto, agevolate anche dalla presenza di terra, trattenuta da cordoli in cemento con funzione di fioriera, sulla balza del muro in pietra.  Le opere hanno riguardato le due porzioni di muratura sovrapposte (in pietra e in mattoni). La muratura in pietra ha subìto un generale intervento di risanamento, con la ricostruzione di un tratto iniziale e con la rimozione del riempimento in terra presente nella parte superiore di tutto il tratto murario, in corrispondenza della fascia in cemento, anch’essa demolita, per evitare la ricrescita di essenze arboree infestanti.

La porzione superiore in mattoni ha subìto un intervento generale di revisione per restituire alla muratura nel suo complesso solidità strutturale, in quanto fortemente danneggiata, ma anche con finalità di riqualificazione estetica. Lo spazio tra i pilastri ricostruiti è stato lasciato permeabile alla vista con l’inserimento di una ringhiera metallica, su disegno analogo a quella esistente posizionata all’ingresso del parco. 

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