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"Questo sigaro ha 450 anni di storia": a Montichiari la "prima" nazionale

Presentato a Montichiari il sigaro Avanone

Anteprima nazionale alla Corte Francesco di Montichiari per la nuova serie di sigari (la prima di quattro) del Nostrano del Brenta, storico marchio italiano sul mercato ormai dal 1763 e ancora oggi prodotto a mano grazie al lavoro dei 60 soci del Consorzio Tabacchicoltori Monte Grappa, attivo dal 1936: la "prima" bresciana è stata dedicata al sigaro Avanone, disponibile in apposite giare (in edizione limitata) da 21 pezzi e realizzato secondo la tradizione manifatturiera della Val del Brenta,  a partire da tabacco Avanone fermentato e stagionato 5 anni, con una miscela di tabacchi che comprende anche il Piloto Cubano. 

"La leggenda narra che furono i monaci benedettini, nel XVI secolo, a importare il tabacco nella Val del Brenta, nascondendone i semi nell'incavo del loro bastone - racconta Giuseppe Zuccolo, direttore della divisione manifattura del Consorzio Tabacchicoltori - e con 450 anni di storia alle spalle il tabacco del Brenta è diventato l'unico riconosciuto dall'Unione Europea: nel settore non esistono le Dop (Denominazione di origine protetta), ma il Nostrano del Brenta, di fatto, è come se lo fosse. Il tabacco nei secoli si è consolidato come una coltivazione importantissima: sono quattro i diversi semi che possono essere coltivati sia a livello del mare (a quota zero) che fino a mille metri di altitudine". 

Cigar Club Colli Morenici a Corte Francesco (Montichiari)

Il Nostrano del Brenta

Le quattro serie in uscita (la prima è appunto Avanone) e in edizione limitata vogliono proprio celebrare questo primo mezzo millennio di storia: "Non posso rivelare troppo - continua Zuccolo - ma la seconda linea sta attualmente riposando e sarà pronta per il 2023", Da quei leggendari semi di tabacco Havanna, è proprio lungo la dorsale del Brenta che sono nate diverse sottovarietà: non solo l'Avanone (noto anche come Campesano, dal luogo di produzione) ma anche il Cucchetto e l'Avanetto. "Non è un'avventura ma un nuovo modello di business - dice ancora Zuccolo - e che ci ha permesso, grazie alla collaborazione con la Manifattura Sigaro Toscano, di dare continuità e prospettive alle aziende socie. Nel segno di una riscoperta del made in Italy, anche in un settore (come quello dei sigari) che da sempre ha una vocazione internazionale".

L'anteprima monteclarense è un altro "colpo grosso" del già mitico Cigar Club Colli Morenici, il club (associato CCA: Cigar Club Association) fondato nel 2015 e oggi capitanato da Renato Carlo Bianchi: il Cigar Club Colli Morenici è tornato in pista lo scorso autunno e prepara un ricco calendario di eventi, non solo dedicati al "dolce compartir" del buon cibo, del buon bere e del "fumo lento" ma anche ad iniziative di solidarietà. Forte dei suoi (circa) 80 soci (i simpatizzanti sono più del doppio: tra gli ospiti più recenti anche volti noti e stimati come il maresciallo Vincenzo Reddavide e l'avvocato Giovanni Boso) che fanno del Colli Morenici uno dei sodalizi affiliati CCA tra i più grandi d'Italia.

Giuseppe Zuccolo, Renato Carlo Bianchi, Marcello Bruschetti

"Bere meno, bere meglio"

Tra succulente pietanze e vini rigorosamente nostrani (per l'occasione: rossi e bianchi della piccola Doc di Capriano del Colle, i secondi con uve 100% trebbiano) anche la degustazione della linea di distillati griffata Evo, nostrani anch'essi (l'azienda è Enoglam, il quartier generale a Rovato). Sul mercato con due linee di grappe e una di brandy, e le collezioni speciali a marchio O de V (nome che richiama "acqua di vite" in francese) che sono gin e vodka, ma reinterpretati in chiave mediterranea.

"Ciascun prodotto è frutto di studi, ricerche e scoperte - spiega Marcello Bruschetti di Enoglam - grazie alla collaborazione con Luciano Brotto, che viene da generazioni di distillatori e mette a disposizione tutto il suo know how e la sua creatività. Cerchiamo di offrire qualcosa di diverso rispetto a quello già presente su un mercato così vasto: gusti più morbidi, meno aggressivi e più lunghi". Con alcuni manufatti già cult, come il distillato monodose distribuito in un sigaro di vetro: per bere meno, ma soprattutto per bere meglio.

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