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Mountain-bike, impianti rinnovati e pure un laghetto: così riparte Montecampione

Tra le novità della Montecampione Ski Area c'è anche un nuovo laghetto a 1.800 metri di quota. Dopo il report di Legambiente, ecco “il punto di vista dell'impiantista”

Altro che abbandonato: il comprensorio di Montecampione è ancora vivo e vegeto. Non manca di servizi (attività commerciali, supermercato, farmacia, edicola e guardia medica) e si prepara ad affrontare la stagione estiva con tante novità, su tutte la mountain-bike, in vista di ulteriori “importanti investimenti” per la nuova stagione invernale, dai 400mila euro per la revisione generale della seggiovia Le Baite (conclusa nel 2020) fino alla realizzazione ex novo di un bacino idrico, un laghetto che servirà per turismo, irrigazione, innevamento e “serbatoio” per lo spegnimento incendi.

La replica al report di Legambiente

Lo riferisce Stefano Iorio, presidente di Montecampione Ski Area (rilevata nel 2016), in risposta al report “Nevediversa” di Legambiente che ha inserito Montecampione tra gli impianti abbandonati della Lombardia. “Certo, ci sono dei problemi e ci vorrà del tempo per risolverli – ribadisce Iorio – ma è sbagliato definire Montecampione come una città di montagna in cerca di futuro, ed è falso definire abbandonato il comprensorio, e ancora più grave suggerire di demolire le strutture a 1.800 metri. Stiamo lavorando per proteggere e valorizzare la montagna, nel rispetto della natura: lo chiamiamo comprensorio perché comprende, cioè mette insieme, unisce. Montecampione significa tante attività messe insieme, l'una accanto all'altra, l'una che interagisce con l'altra. Ma credo anche che tutti abbiano ormai capito che, se chiudono gli impianti, chiude tutto”.

La storia (gloriosa) di Montecampione

Una storia gloriosa, quella Montecampione. Prende forma e vita alla fine degli anni Sessanta, con il primo impianto: i Settanta sono gli anni degli investimenti immobiliari, negli anni Ottanta il comprensorio è già un cult. Viene installato uno dei primi (e più importanti) impianti di innevamento d'Italia, e all'apice della popolarità il comprensorio arriva a fatturare più che Ponte di Legno-Tonale (all'epoca, 7 miliardi di lire l'anno).

La Ski Area viene acquisita nel 2016 dalla holding di Stefano Iorio: prima era di proprietà pubblica e a rischio liquidazione. “Abbiamo investito tanto, e tanto investiremo ancora – continua Iorio – perché il futuro della montagna non si costruisce dismettendo, smantellando o demolendo”. Al di là del rinnovo delle Baite, sono in programma revisioni per altri quattro impianti, oltre che del sistema di innevamento programmato. Oltre a questi la manutenzione della strada (a cura dei Comuni di Artogne e Pian Camuno) e, come detto, il nuovo laghetto nella zona dei 1.800.

Un nuovo laghetto a 1.800 metri di quota

Il nuovo bacino idrico, finanziato con fondi regionali, sarà utilizzato (presumibilmente a novembre) per l'innevamento programmato, tutto l'anno per la salvaguardia dell'ambiente in caso di incendi, per attività ludico-sportive in estate (anche pesca sportiva e amatoriale) e in inverno (anche sci di fondo) e come “meta piacevole” per passeggiate, biciclettate e ciaspolade: infine, per l'irrigazione di pascoli, malghe e attività pastorali.

“Bisognerebbe fosse chiaro a tutti che, senza il turismo, le montagne sarebbero deserte – chiosa Stefano Iorio – Quindi è il fare, non il disfare, che ci aiuteranno ad andare avanti, soprattutto dopo questa drammatica esperienza del Covid, che ci ha paralizzato da ormai un anno. Come Ski Area non ci occupiamo solo degli impianti, ma anche della gestione e manutenzione della montagna, di cui godono tutti”.

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