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Due bresciani sulle Ande per aiutare gli ultimi: la "missione" di Peppo e Adriana

Da più di 40 anni (dal 1977) sono in pista per aiutare i bambini e i poveri

Sono in pista ormai da più di 40 anni, senza mai fermarsi: per gli amici sono semplicemente Peppo e Adriana, due bresciani in “missione” che dalla fine degli anni Settanta accolgono bambini e ragazzi in cerca di sostegno, offrendo loro una concreta opportunità di riscatto. Si trovano in Ecuador, sperduti a 3.200 metri di altitudine sulla Cordigliera delle Ande, in quella parte centrale di sierra che si trova tra Cotopaxi e Tungurahua (vulcani sopiti ma ancora attivi). Un luogo lontano dove il clima è duro e la vita non meno: ma a San Nicolas le porte sono sempre aperte. Per tutti.

Come contribuire alla "Missione educazione"

“La nostra missione vive solo di carità, di tante persone che credono ai nostri cuori, alle nostre mani, al nostro operare – spiegano Peppo e Adriana Piovanelli – Siamo ancora convinti che valga la pena di continuare a vivere e aiutare questa gente povera”. Proprio per questo da poche settimane è stata attivata una campagna di crowdfunding online, sulla piattaforma Eppela: l'obiettivo (ambizioso) è di raggiungere 20mila euro. 

Ma i più tradizionalisti possono contribuire alla “Missione educazione” anche con un bonifico, intestato alla Associazione Amici di San Nicolas Ecuador Onlus, Via Giordano Bruno 31, Arezzo: conto corrente postale 1016669713 e Iban IT51Q0760114100001016669713 oppure conto bancario Iban IT97F0103014100000004131576. 

La storia di San Nicolas, dal 1977 a oggi

Sono più di 40 anni, come detto, che Peppo e Adriana lavorano con e per i bambini. Nel 1977, in seguito alla ristrutturazione di una fazenda coloniale diroccata da parte di volontari e amici dei due coniugi missionari, prende forma la missione. Un decennio più tardi, nel 1988, viene realizzato il Centro de Artes San Nicolas, che diventa la prima scuola professionale di falegnameria, scultura e intaglio del legno di tutto l'Ecuador. Ogni anno vi passano più di 60 bambini e ragazzi dagli 11 ai 18 anni, molto spesso orfani o abbandonati.

Nella scuola, oltre alle materie classiche, i ragazzi imparano un mestiere come quello dell'intaglio del legno, di falegnameria e carpenteria così che, quando usciranno con un diploma, potranno formare delle cooperative, per continuare a vivere e lavorare con la propria gente, i propri affetti e la propria cultura. 

Giorno dopo giorno, la vita sulle Ande 

Ogni giorno inizia con la sveglia delle 6. I ragazzi escono dal dormitorio in fila per un momento di raccoglimento e comunione nella chiesetta della fazenda. Vengono condivisi i primi pensieri del mattino, i desideri ed il senso di gratitudine per la giornata che sta per venire. Segue il momento della colazione, nel refettorio. Poi tutti in classe fino all’ora di pranzo. Il ritmo delle attività è incalzante fino a sera, quando Peppo e Adriana mandano i loro ragazzi a dormire. E anche nei fine settimana rimangono a San Nicolas, perché non hanno un altro posto dove andare. Chi vuole, il sabato, in perfetto stile comunitario, può offrirsi volontario per aiutare i compaesani a costruire case decorose, che evitino alle famiglie di vivere in precarie capanne di paglia. Ecco, in tutto questo tran tran, nonostante ci sia in gioco la vita, quella vera, non mancano scherzi e sorrisi. Nel fine settimana, quando si porta un pasto caldo e medicine alle abuelitas (le nonne) della zona, con il proiettore portato dall'Italia i ragazzi guardano gli stessi film che guardiamo anche noi. 

“Siamo in luogo distante – dicono ancora Peppo e Adriana – ma rimaniamo sempre vicini col cuore, perché è solo grazie all'altruismo dei tanti amici sparsi in tutta Italia, da Arezzo a Brescia, che è stato possibile realizzare in tutta la zona di San Nicolas acquedotti, dispensari medici, case e scuole di lavoro (anche per donne)”. Peppo e Adriana sono sempre in prima linea, per i loro ragazzi e per i poveri. Per questo San Nicolas è molto più di una semplice scuola: è un microcosmo di solidarietà. 
 

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