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Il Palio più ambito, da 50 anni: è di Manerba il miglior Groppello

Assegnato il cinquantesimo Palio del Groppello: è della cantina Avanzi il miglior vino autoctono prodotto nel 2018. Gli altri finalisti

In labore fructus et in triclinio laetitia: è il Groppello annata 2018 prodotto dalle Cantine Avanzi di Manerba del Garda il vincitore del Palio del Groppello 2019, cinquantesima edizione, il prestigioso riconoscimento celebrato ogni anno, senza sosta dal 1970, dall'omonima Confraternita. Il gran finale, come da tradizione, è stato celebrato all'Antica Cascina San Zago di Salò: tre i finalisti in gara, oltre ad Avanzi anche Turina di Moniga e Selva Capuzza di San Martino della Battaglia.

Il Palio del Groppello 2019

Cinquantesima edizione, dicevamo, e dunque ancora più importante perché unica nella sua storia: per fare cifra tonda, adesso, ci sarà da aspettare almeno un altro mezzo secolo. Le cantine finaliste sono state selezionate in ottobre da una rosa di 15 produttori del Garda occidentale, a cura di una giuria composta da 7 enologi e 2 sommelier. Alla competizione erano ammesse solo le produzioni dell'anno scorso, e solo quelle con percentuali di uve groppello – vitigno autoctono della Valtenesi – pari o superiori all'85%.

Nella finalissima di Salò l'ha spuntata Avanzi: i tre vini in gara sono stati degustati alla cieca, in anonime brocche, e accompagnate dallo spiedo cucinato per l'occasione da Alberto Bresciani, figlio di Carlo (titolare dell'Antica Cascina ma assente giustificato, perché impegnato in una trasferta enogastronomica in Giappone). Cinquantesima edizione, nella storia anche per un altro motivo: per la prima volta, o quasi, al primo voto dei confratelli (con gli ospiti più di 120 persone) si è registrato un pari merito, e quindi è stato necessario un voto di spareggio.

Una serata da ricordare

Volti noti dell'enogastronomia e non solo per celebrare il Palio del cinquantesimo: tra i tanti confratelli impossibile non citare il presidente Massimo Piergentili, il cerimoniere Luca Fantasia, il segretario Fabrizio Segala, il maestro di cantina Giuseppe Piotti. E poi Ivan Spazzini, presidente del Gran Priorato del Lugana, Franco Bazzani, vicepresidente dei Castellani del Chiaretto, il produttore Antonio Tincani de La Basia di Puegnago, che invece è un confratello. Per le cantine finaliste c'erano Giuseppe Avanzi, che ha ritirato il premio, e il giovane (classe 1992) Pietro Turina. Special guest d'eccezione l'avvocato Zoe Hammatt, arrivata sul Garda addirittura da Honolulu, già membro del Research Integrity Office del presidente Barack Obama.

La Confraternita del Groppello

Una sera di fine ottobre del 1970, in una vecchia casa di Padenghe sul Garda, dentro una cantina con due grandi colonne ed il soffitto a volta, tra botti di vino e luce di candele, nasceva la “Confraternita del Groppello”. Dieci amici, cultori di vini raffinati e amanti della buona tavola, furono i primi Soci fondatori del sodalizio, novità per il territorio del Garda, ma con illustri precedenti in Francia e in Italia dalle medesime finalità: l’amore per il vino e la difesa della sua integrità, da raccontare e promuovere.

“In labore fructus et in triclinio laetitia” è il motto dei Confratelli, che si fregiano di portare al collo nelle loro riunioni il medaglione con lo stemma della Confraternita, sostenuto da un collare di raso. In tempi recenti è stato dato nuovo lustro anche alle altre confraternite enoiche bresciane, i Castellani del Chiaretto e il Gran Priorato del Lugana, con l'istituzione del Palladio Gardesano, evento promosso dalla Confraternita e che dal 2014 vuole dare “giusto riconoscimento a un'illustre personalità, associazione o ente che si sia particolarmente distinto nella promozione del territorio della riviera bresciana del lago di Garda”.

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