La locanda aperta da 600 anni: i proprietari siedono al tavolo dei reali d'Inghilterra
Una perla sul lago di Garda
"Al viaggiatore che nel 1500 giungeva a San Vigilio e attraccava al porticciolo, una scritta incisa su una lapide in marmo, posta sull'arco di accesso, lo esortava a lasciare gli affari e gli affanni alla città e ad apprezzare e godere la tranquillità del luogo. Napoleone, lo zar Alessandro II, Winston Churchill, il principe (e ora re) Carlo d'Inghilterra, re Juan Carlos di Borbone, Lawrence Olivier e Vivien Leigh sono solo alcune delle persone che hanno cercato riparo dagli stress della vita a San Vigilio. Questo luogo ha ispirato artisti, conciliato umanisti e filosofi e suggellato nuovi e vecchi amori".
La mitica Locanda San Vigilio
Si presenta così, e mica e poco, la Locanda San Vigilio sul lago di Garda, situata sull'omonima località (Punta San Vigilio) in territorio di Garda, sponda veronese del Benaco: una struttura storica a dir poco, aperta dal 1540 e da sempre gestita dalla famiglia dei conti di Brenzone. Così scriveva il capostipite Agostino nella prima metà del XVI secolo: "Nel mondo ci sono tre parti: Africa, Asia, Europa. La più bella è l'Europa, la più bella d'Europa è l'Italia, la più bella d'Italia è la Lombardia, la più bella della Lombardia è il Garda, il più bello del Garda è San Vigilio. Ergo, San Vigilio è il più bello del mondo intero".
Il resort oggi ospita 13 camere e suite, un rinomato ristorante (con annessa "taverna"), il Parco San Vigilio (con piscina e accesso al lago) che si estende per circa 20mila metri quadrati: al suo interno anche 35 cipressi secolari e 500 ulivi.
Un affare (secolare) di famiglia
Squadra che vince non si cambia: come detto, è dal 1540 (da quando la locanda è aperta) che la struttura è di proprietà della famiglia dei conti Guarienti di Brenzone, che vanta parentele con le case reali di Savoia, d'Assia e di Windsor (il giovane Bartolomeo era tra gli invitati al matrimonio di William e Kate). Un luogo davvero magico, fuori dal tempo, dove tra gli antichi vicoli in ciottolato ancora risuonano i passi di zar e imperatori.