Stipendi in Italia: le regioni e i settori dove si guadagna di più
I dati dell'ultimo report sugli stipendi italiani
E' ancora la Lombardia la regione dai salari più alti in Italia: con una retribuzione annuale lorda di 31.392 euro (dati aggiornati al 31 dicembre 2020) il territorio lombardo è primo in graduatoria, seguito dal Trentino Alto Adige e dal Lazio. Le ultime posizioni del ranking sono tutte del Sud Italia: Basilicata, Calabria e Sicilia con retribuzioni inferiori ai 26mila euro. Tra le regioni in crescita si segnalano invece Friuli Venezia Giulia (+2,1%), Abruzzo e Liguria (+1,4%). Sono i numeri del Salary Outlook 2021 pubblicato dall'Osservatorio JobPricing, uno studio semestrale sullo stato dell'arte delle retribuzioni italiane nel settore privato.
Gli stipendi in Italia e nel resto d'Europa
Il report conferma il nono posto degli stipendi italiani nell'Eurozona, subito dopo Francia e Germania, che hanno però stipendi lordi e netti molto più elevati: secondo l'Ocse la retribuzione media italiana è stata di 30.028 euro, minore di 12.393 euro rispetto alla Germania (ottava posizione) e di 9.071 euro rispetto alla Francia (ottava posizione). Questo nonostante la tassazione nostrana, pari al 48,01%, sia comunque comparabile con quella tedesca (49,35%) e francese (46,67%): a conti fatti, il reddito netto disponibile ne risulta fortemente penalizzato (e così il potere d'acquisto).
Gli effetti della pandemia (e non solo)
La pandemia, in tal senso, ha “picchiato duro”: secondo il Global Wage Report dell'Ilo, nel primo semestre 2020, per quanto concerne la perdita dovuta a ore lavorate, a fronte di una perdita media del 5,4%, l'Italia ha fatto registrato un -6,7%. Ma le retribuzioni non crescono anche perché manca la produttività: secondo l'Ocse la stagnazione dei salari si spiega proprio con un sostanziale appiattimento della produttività (complice, forse, il nanismo d'impresa ancora così diffuso), perché fatto 100 l'indice del 2010, dopo nove anni l'Unione Europea si attesta a un valore di 109, mentre l'Italia si ferma a 102.
Anche la distribuzione salariale è molto squilibrata: l'87% italiani ha una retribuzione annuale lorda (Ral) inferiore a 31mila euro; questo perché un dirigente guadagna almeno quattro volte rispetto a un operaio, mentre un amministratore delegato può arrivare fino a 10 volte. Rispetto alla Ral media nazionale al nord si guadagna in media il 3,4% in più, al centro lo 0,1% in più e al sud e nelle isole addirittura il 9,3% in meno (anche se è proprio al sud che si registrano gli incrementi più elevati negli ultimi cinque anni).
Salari in aumento, ma in quali settori?
Ma quali sono i lavori dagli stipendi più elevati? Nel complesso il trend dal 2015 al 2020 ha visto crescere la maggior parte dei settori, tra cui l'Horeca (+9,8%), banche e servizi finanziari (+7,3%), mentre quelle con il trend più negativo sono la farmaceutica e le biotecnologie (-3,8%) e il settore navale (-4,7%). Se guardiamo al settore Horeca però, fa sapere JobPricing, “si tratta di un trend di crescita illusorio in gran parte determinato dall'uscita dal mercato di molte persone con basse qualifiche e quindi basse retribuzioni”.
L'eterno dualismo tra grande e piccola impresa
Nelle grandi imprese si guadagna in media il 41,5% in più che nelle micro: si passa, infatti, dai 25.874 euro annui percepiti in media dai dipendenti delle aziende con meno di 10 dipendenti ai 36.815 euro medi rilevati in aziende con più di mille dipendenti. Infine, la questione degli studi: la laurea garantisce ancora un vantaggio competitivo notevole in termini di carriera e stipendio. La Ral media dei laureati è di 39.881 euro, mentre quella dei non laureati è 27.566 euro, il 45% in meno. Cresce infine il “Gender pay gap”, la differenza di stipendio in base al genere: gli uomini guadagnano in media 3mila euro lordi in più rispetto alle donne, come se queste ultime lavorassero un mese di più, ricevendo lo stesso salario.