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Dall'Impero romano a Francesco d'Assisi, storia e meraviglia dell'Isola del Garda

A largo di San Felice del Benaco si staglia l'Isola del Garda: meraviglia millenaria oggi aperta al pubblico per visite guidate e matrimoni

La si vede da lontano, sarebbe impossibile il contrario: si staglia tra le placide acque del lago, come avvolta in un'aura di eternità, nei secoli dei secoli. Parliamo dell'Isola del Garda, gioiello del Benaco bresciano - una delle poche: in tutto sono solo cinque - a poche centinaia di metri dalle rive di San Felice: oggi come ieri è di proprietà della famiglia Borghese Cavazza – anche per questo è nota come Isola Borghese – che continua ad occuparsi con passione del parco e del palazzo.

Il parco è verde e rigoglioso, contornato da essenze locali e qualche lampo di esotico: nel mezzo, maestosa, splende la villa costruita tra la fine del XIX secolo e i primi del Novecento, su progetto dell'architetto Luigi Rovelli. La famiglia Cavazza, da sempre sul lago di Garda, da pochi anni ha aperto l'Isola a visite guidate ed eventi (matrimoni compresi). Ma per quest'anno, basta così: complice l'inverno e il lockdown, la stagione delle visite ripartirà con la primavera. Stay Tuned.

Cenni storici: dalle lapidi romane a San Francesco

Qualche cenno storico: per una cronologia completa rimandiamo alla sezione dedicata del sito web ufficiale dell'Isola del Garda. Abitata da secoli, forse da millenni: e tanti, tantissimi nomi nel corso dell'incidere del tempo. Era Insula Cranie, poi Isola dei Frati, Isola Lechi, Isola Scotti, Isola de Ferrari e infine anche Isola Borghese. Tracce di storia millenaria riaffiorarono dalle 130 lapidi gallico-romane che furono donate ai musei di Brescia dal conte Luigi Lechi.

L'isola venne abbandonata a se stessa nei secoli di decadenza dell'Impero Romano, ma poi adibita a riserva di caccia fino al 879, quando fu donata ai frati di San Zeno di Verona. Pochi secoli più tardi, intorno al 1220, venne visitata addirittura da Francesco d'Assisi: in una parte dell'isola il frate vi istituirà un romitorio. Per lunghi secoli l'isola rimase un importante centro religioso: tra Quattrocento e Cinquecento funzionava anche una scuola di teologia e filosofia.

La storia recente: da Napoleone ai Cavazza

La storia più recente – si fa per dire – narra dell'arrivo di Napoleone, il conquistadores che “esportava il capitalismo a cavallo”, e che con la Repubblica Cisalpina acquisì il diritto di proprietà anche sull'Isola del Garda. Nel XIX secolo ebbe diversi proprietari: il più celebre è stato sicuramente il conte Luigi Lechi di Brescia, che realizzò significative opere di restauro e costruzione. 

Gli anni a venire non furono meno rocamboleschi: nel 1860 l'isola venne espropriata dallo Stato con l'idea di costruirvi una fortezza, mai realizzata. Venne ceduta all'asta e acquistata dal duca Gaetano de Ferrari di Genova: la famiglia s'impegnò con numerosi interventi di abbellimento, di fatto realizzando il parco che si mantiene ancora oggi. Il duca e la moglie, l'arciduchessa Maria Annenkoff, fecero anche costruire la villa odierna, come detta progettata da Luigi Rovelli.

Dopo la morte dell'arciduchessa, l'isola passò in eredità alla figlia Anna Maria, sposa del principe Scipione Borghese. Alla morte del principe, l'isola divenne di proprietà della figlia Livia, sposata con il conte Alessandro Cavazza: il figlio Camillo la lasciò poi in eredità alla moglie Charlotte e ai sette figli (tre sorelle e quattro fratelli). E anche oggi la perla risplende, tra scogli e onde, fiori e mille colori.

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