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Il Büs del Quai, tra antichi reperti e le rovine di un millenario castello

Non tutti conoscono la Buca del Quai: si trova a Covelo di Iseo, da sempre luogo di vita e superstizioni per gli abitanti. Nasconde anche le rovine di un castello

Avete mai sentito parlare della Buca del Quai? Gioiello bresciano, noto in dialetto come Büs del Quai, ovvero “buco della tana”, come riporta il Comune di Iseo è un vasto antro che si apre sul versante destro del monte di Punta dell'Orto, vicino alla piccola frazione di Covelo. La grotta è collegata attraverso percorsi sotterranei carsici al vasto bacino delle Piane di San Martino. Quando piove forte, è solita riversare a valle un notevole flusso d'acqua.

La Buca del Quai è nota anche per la sua importanza sotto il profilo storico-archeologico: tra l'Ottocento e il Novecento ha restituito numerosi reperti fittili e metallici, alcuni di questi risalenti addirittura alla Preistoria, altri invece all'età gallica e all'epoca medievale. Questo a testimoniare una straordinaria continuità insediativa, nei secoli e nei millenni di tante epoche diverse.

Scoperte millenarie alla Buca del Quai

Alcuni tra i reperti più antichi risalgono alla media Età del Bronzo, quindi tra il XV e il XIV secolo a.C: sono stati rinvenuti sotto grossi massi di crollo della volta, e consistono in particolare da frammenti di ceramica grezza (scodelle) e spilloni a capocchia in bronzo, probabilmente connessi a riti di propiziazione. In epoca romana, alla base della parete rocciosa, transitava sicuramente un acquedotto, proveniente dalla sorgente perenne del Covelo.

In prossimità della direzione di uscita dell'acqua, si rintracciano delle murature e dei fori di alloggiamento di travi in legno, forse di età medievale, che indicherebbero la presenza di attrezzature atte a sfruttare l'energia idraulica. Altri fori, invece, si localizzano soprattutto nella parte della cavità che si apre in alto a sinistra rispetto all'ingresso: prefigurerebbero dunque la presenza di abitazioni pensili a graticcio in legno, erette in epoca imprecisata per motivi di sicurezza o di difesa.

Il castello costruito da Giacomo Oldofredi

Sullo sperone di roccia che sovrasta la grotta, in località Bosine, Giacomo Oldofredi (1251-1325) fece costruire un castello che doveva sorvegliare la strada verso la Valtraompia: la Rocca di San Giorgio della Corna. La costruzione del piccolo maniero è ricordata anche sulla tomba del celebre feudatario bresciano: viene ricordato che il primitivo nome della rocca di Bosine era “castello del crocifisso”, ispirato alla vicina chiesetta (con cimitero). Il toponimo venne mutato poi in San Giorgio, perché venne posto dagli Oldofredi sotto il patrocinio del santo guerriero, invocato come protettore. Il castello è diroccato ormai da quasi mezzo millennio, dal XVII secolo: oggi rimangono solo (poche) rovine.

Storie, leggende e tragedie nella grotta

Come tutte le grotte, bresciane e non solo, anche la Buca del Quai ha sempre suscitato negli abitanti del luogo un certo senso di timore. Sono innumerevoli le testimonianze di volti noti delle varie epoche che invitavano i paesani a non entrarci. Negli ultimi anni è diventato luogo di scoperta per turisti e appassionati, anche scalatori. Ma è stato anche luogo di tragedia: nell'agosto di pochi anni fa un escursionista ha perso la vita precipitando proprio dalla parete rocciosa che conduce alla Buca.

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