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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Toto-ministri, un "bresciano" in pole: Giordano Bruno Guerri alla Cultura

Impazza il toto-ministri per il nuovo governo

Impazza il toto-ministri per il nuovo governo di Giorgia Meloni: tra i papabili, anzi i papabilissimi, c'è sicuramente Giordano Bruno Guerri, nato a Monticiano (Siena) ma ormai da anni bresciano d'adozione, presidente e direttore generale della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, l'ente che si occupa della gestione del complesso di edifici di Gardone Riviera che fu di Gabriele D'Annunzio. A lui spetterebbe - così si dice tra gli addetti ai lavori - il dicastero alla Cultura. 

Chi è Giordano Bruno Guerri

Classe 1950, compirà 72 anni il 21 dicembre, Giordano Bruno Guerri è docente universitario, storico, manager museale e editoriale, esperto di comunicazione: ha tenuto corsi di Storia contemporanea italiana alle università di Salerno, Madrid, Ginevra e Rio de Janeiro, in tempi recenti anche all'università Guglielmo Marconi di Roma. Si è laureato nel 1974 in Storia contemporanea alla Cattolica di Milano, con una tesi su Giuseppe Bottai, un "fascista critico", pubblicata poi dalla Feltrinelli nel 1976. E' stata la prima di una lunga serie di pubblicazioni, che continua anche oggi. 

Dal 2008 è presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, riconfermato nel 2011, nel 2016 e lo scorso anno: dal 2014 è anche direttore generale. E' stato tra i fondatori, nel 2015, di Garda Musei, associazione fra Comuni, musei e istituzioni di cui oggi è direttore generale. Dal 2014 si occupa anche del MuSa, il Museo di Salò: tra il 2010 e il 2013 è stato anche direttore del D'Annunzio Festival per la città di Pescara.

"Sono un presunto uomo di destra"

Da sempre uomo di destra, anche se in una recente intervista - rilasciata all'agenzia Agi - si è definito "presunto uomo di destra", aggiungendo: "Sono favorevole all'eutanasia, ai matrimoni gay e all'accoglienza". "Per usare un termine di moda - ha detto ancora Guerri all'Agi - la cultura di destra oggi è più liquida, come un'acqua che filtra dappertutto in modo disomogeneo e talvolta confuso. Mi sembra si debba parlare non tanto di posizioni politiche, quanto di atteggiamenti mentali verso problemi di contingenti. Senza dimenticare il passato: in Italia c'è stata sia una destra che ha sofferto, giustamente, perché associata al fascismo, sia un'altra, quella di Giovanni Malagodi (uno dei massimi esponenti del Partito Liberale Italiano, ndr), guardata come forza conservatrice dei ricchi e degli industriali. Oggi però né il post-fascismo, né il liberalismo o il conservatorismo possono conquistare le nuove generazioni".

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