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Messa in tuta da ciclista: i bresciani difendono don Fabio Corazzina

Il dibattito si sposta sui social: a favore e contro, cosa pensano i bresciani

Continua a far discutere l'omelia celebrata in tuta da ciclista (e con una stola arcobaleno) da don Fabio Corazzina, parroco bresciano in servizio per la parrocchia di Fiumicello, in città: la messa è stata celebrata domenica 11 settembre a Mazara del Vallo, in Sicilia, nel corso dell'iniziativa "Percorri la Pace", organizzata dalle Acli, che dall'8 al 12 settembre ha coinvolto 88 partecipanti che hanno percorso 595 chilometri attraverso 47 Comuni. Per la cronaca, la messa è stata trasmessa anche in diretta Facebook.

Ed è proprio attraverso i social che tanti hanno espresso solidarietà a Corazzina, che nel frattempo è stato "bacchettato", con una lettera, anche dal vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada. La maggioranza dei commenti - anche a corredo degli articoli pubblicati sulla pagina Facebook di Bresciatoday - sembra però a favore di don Fabio e della sua celebrazione.

Chi si schiera con don Fabio Corazzina

Solo per citarne alcuni, tra i centinaia arrivati in queste ore: "Grande don, si parla con Dio in qualsiasi momento e con qualsiasi abbigliamento. Mi stupisco che il nostro vescovo non ti abbia difeso dagli attacchi dei bigotti", scrive Dorotea. E ancora, scrive Dario: "Grande don Fabio, è arrivato a Sant'Eufemia e ha riempito chiese ed oratori". Oppure Augusta: "Finalmente un don al passo coi tempi. Finché la Chiesa guarderà più all'involucro che all'interno delle persone, creerà sempre più divario e non comunità". Anche da parte di chi non crede: "Detto da me che sono atea - scrive Anna - Tanta stima e ammirazione, grande don Fabio Corazzina. Se ci fossero più preti come lui, ci sarebbero anche più fedeli".

Sostegno al parroco anche dai partecipanti di "Percorri la Pace". "Siamo stupiti e addolorati per quanto ha scritto nei confronti di un suo sacerdote - si legge in una nota rivolta al vescovo Tremolada - Se ha ritenuto richiamarlo per alcune trascuratezze, imprudenze o superficialità, come pastore è tra i suoi compiti, ma il tono e la decisione di rendere pubblica la lettera ci lascia sconcertati. La messa celebrata a Mazara del Vallio, in una cattedrale a cielo aperto sotto piante secolari e di fronte a un mare per secoli ponte tra cultura e, in tempi recenti, cimitero senza lapidi, è stata vissuta con intensità e partecipazione. Per qualcuno è stata l'occasione di riprendere contatto con la preghiera. Certo non c'erano tutti i riferimenti del rito, ma il contesto e l'opportunità hanno fatto la differenza".

Non solo il vescovo critica la messa

Ovviamente non sono mancate le critiche. Del vescovo Tremolada abbiamo detto (e scritto): "Mi stupisce che tu non abbia pensato alle conseguenze di un simile atto, per altro intenzionalmente portato all'attenzione pubblica attraverso i social - scrive il vescovo a don Corazzina - Come non rendersi conto dello sconcerto che avrebbe provocato? Qui occorre fare ammenda e chiedere scusa. Lo faccio io a nome tuo nei confronti dei tanti che si sono scandalizzati". Trovando sponda da parte di altri uomini di Chiesa, come Fulvio Festosi: "Non si tratta di difendere o condannare direttamente don Fabio Corazzina - scrive - ma il suo operato sì, quello va criticato e condannato. Ciò che ha fatto è oggettivamente gravissimo in quanto contrario ad ogni regola liturgica. Siamo cattolici: la liturgia è molto ben definita e codificata. Non ci si può inventare un cattolicesimo fai da te o a propria immagine. Se questo fosse possibile, allora non ci sarebbe stato un richiamo pubblico e ufficiale da parte della massima autorità diocesana, il vescovo".

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