Dosso dei Galli: storia e memoria della base militare abbandonata
Svettano due parabole da 30 metri di diametro, e poi i ruderi dei tempi che furono: è la base Nato abbandonata del Dosso dei Galli
Storia e natura s'intrecciano, sulla cima di una montagna che tutti conoscono, o di cui tutti almeno una volta hanno sentito parlare. Siamo sul Dosso dei Galli, a quasi 2.200 metri d'altitudine, un cucuzzolo delle Prealpi bresciane che si trova tra i Comuni di Bagolino e Collio, e fa parte della zona montuosa del Maniva. A parte il paesaggio, che da solo varrebbe una visita, spiccano ancora oggi sulla vetta le gigantesche parabole e i resti di quella che per decenni è stata una base Nato, oggi abbandonata.
La base militare fu operativa dalla fine degli anni Sessanta e fino alla metà degli anni Novanta. Per raggiungerla, sulla montagna in dialetto nota semplicemente come “Dòs dei Gai”, basta proseguire lungo la Strada provinciale 345, la “strada delle tre valli”. Arrivare in cima è facile d'estate e in primavera, più complicato d'inverno. Ma il viaggio vale la fatica, anche stavolta.
Il Dosso dei Galli, Ace High e la Troposcatter
Anche il Dosso dei Galli faceva parte della rete Troposcatter, ovvero una linea di comunicazione sparsa un po' in tutta Italia, controllata dalla Nato, a sua volta collegata con altre stazioni in Europa e oltre (in Germania, in Turchia, fino a Malta): antenne e parabole gigantesche si ripetevano dalla provincia di Brescia a Cavriana, nel Mantovano, e poi Aviano a Pordenone, Lame di Concordia a Venezia, il Monte Venda a Padova, e ancora Civitavecchia, Roma e Ischia.
Tutto questo, a sua volta, era parte del celebre Ace High, che non è il titolo in inglese dello spaghetti western di Giuseppe Colizzi (con Eli Wallach, Bud Spencer e Terence Hill) in italiano noto come “I quattro dell'Ave Maria”, ma l'acronomo di Allied Command Europe Highband, ovvero un servizio di radiocomunicazione della Nato in piena Guerra Fredda. Ma di quella base, viva e operativa al Dosso dei Galli per più di trent'anni, ne rimangono solo le rovine, svuotate.
Un reportage dal Dosso dei Galli
“Il senso di desolazione è ovunque – scrive Sandra Simonetti su Yanez Magazine – : finestre rotte, tapparelle divelte, sanitari strappati. Mani di cavalletta hanno sottratto il più al luogo, mentre il tempo ha fatto il resto. A regnare resta il silenzio estremo della montagna, che tutto custodisce e nulla nasconde. […] Qui, sulla cima di quest'ermo colle, lo sguardo rimane intercettato da due parabole gigantesche. Agli occhi della mia infanzia sono note come le orecchie di Topolino, espressione riportata dall'ironia di mio padre e della quale non mi sono mai liberata. Le noti un po' ovunque, da molte altre vette e rifugi tutti attorno. Come potrebbero passare inosservate due parabole a mosaico da circa 30 metri di diametro?”.
L'area in vendita a 1 milione di euro
Alla storia recente del Dosso dei Galli, ormai nota meta turista per curiosi e appassionati, si affianca un'acquisizione all'asta, e una nuova messa in vendita. Sulla pagina Facebook “Dosso dei Galli Maniva Bagolino Brescia” si legge che l'area è in vendita a 1 milione di euro: ci sarebbe anche un ipotetico progetto di recupero, con una nuova costruzione per alloggiamento server, smistamento e trasmissione dati con parabole e antenne, trasmissioni ad alta frequenza, spazi logistici, una sala conferenze. Chi vivrà, vedrà.