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Le acque si abbassano, l'antico "castello" riemerge dagli abissi del lago

Il lago si svuota e dagli abissi emerge l'antica dogana degli austro-ungarici: un piccolo miracolo scenografico alle porte del lago di Garda

Natura e ingegno umano, storia e ricordo insieme per ricreare un piccolo miracolo paesaggistico: puntuale, come ogni anno, è riemersa dalle acque proprio in questi giorni l'antica dogana di Lignano, nel lago artificiale di Valvestino, bacino acquifero operativo dai primi anni '60 e reso possibile dalla realizzazione di una maxi-diga tra il fiume Toscolano e il torrente Droanello, alta più di 120 metri e in grado di accumulare, nel suo bacino interno, un invaso di oltre 50 milioni di metri cubi d'acqua.

Certo non è la prima volta che succede, e succederà ancora. Ma anche stavolta, complici i social, il capannello dei curiosi si è gonfiato rapidamente: in tanti, tra chi era di passaggio e chi si è mobilitato appositamente, sono andati a vedere con i propri occhi la dogana, che da tanti è comunemente conosciuta anche come “castello”, per via delle sue forme e le sue guglie che in realtà sono solo i segni dell'erosione del tempo (e dell'acqua).

L'antico edificio riemerso

L'edificio riemerso in questi giorni dalle acque è la traccia visibile della dominazione austriaca: la Valvestino rimase territorio dell'Austria-Ungheria fino alla Prima guerra mondiale, quando venne annessa alla provincia di Trento, mentre per diventare bresciana ci saranno da aspettare almeno altri vent'anni, fino alla metà degli anni Trenta. La dogana, costruita nel XIX secolo, funzionava proprio come una dogana: quando ancora il lago non c'era, serviva a controllare il passaggio delle merci da e per il confine con i territori austro-ungarici.

La diga e il lago artificiale

Dismessa, ovviamente, con la fine della guerra e delle ostilità, e poi appunto sommersa dai milioni di metri cubi di acqua del lago artificiale (che serve a produrre energia elettrica, e potrebbe illuminare le case di 30mila abitanti). Per secoli considerata una valle molto ricca e produttiva, ma comunque poco abitata per via dei territori impervi (anche oggi i due municipi principali, Magasa e Valvestino, insieme fanno poco più di 300 abitanti): a proposito di elettricità, i residenti dell'epoca per averla dovranno aspettare addirittura gli anni Venti del Novecento.

Storia e origini della valle

Le origini della valle, inevitabilmente, si perdono nei secoli e nei millenni. Come scrivono gli storici, la zona sarebbe stata anticamente abitata dagli Stoni, popolo euganeo che s'insediò nei dintorni di Vestone. Poi arriveranno gli Etruschi, le cui tracce sono ancora visibili grazie ai resti di una necropoli rinvenuta ad Armo. Seguiranno i Galli cenomani, che costruiranno case e le prime fortificazioni di rilievo, tra cui il castello di Turano, che anticiperà quello costruito da Bonifacino di Bollone nel XIII secolo.

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