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"Ciao Italia": quando la "Generazione Underground" travolse anche Brescia

"Ciao Italia, Generazioni Underground": un tuffo nel clubbing degli anni Novanta, con dedica speciale al compianto Claudio Coccoluto

All’inizio degli anni Novanta lungo la penisola inizia a infrangersi una nuova onda. La rivisitazione di stilemi ed espressioni sonore provenienti dall’estero - etichette londinesi e americane soprattutto - crea i presupposti per un suono avveniristico, destinato a lasciare il segno; un suono vicino alle atmosfere deep house di Chicago, Detroit e New York, caratterizzato da robuste linee di basso, drum machine in picchiata, melodie oniriche e vibrazioni straordinariamente sensuali.

Dream House, Italo House, Piano House, le definizioni si sprecano ma la tendenza si può riassumere in una sola parola: “Underground”. Ispirati da un innato senso di libertà e sperimentazione, una generazione di dj e producer italiani immaginano il suono del futuro. La musica diventa musa, ammaliante e unificante. Il movimento divampa nei club. I negozi di dischi fanno da cassa di risonanza. E quando tutti i pianeti si allineano, è l’invasione degli ultracorpi.

"Ciao Italia. Generazione Underground"

Save the date, pennarello più rosso che si può sul calendario: il 12 giugno (in doppio vinile più inserto) e il 25 (in digitale) sono i giorni della release di “Ciao Italia. Generazioni Underground”, un tributo agli artisti che hanno scritto questa storia, spesso costretti a tanti alias da non ricordarsene nemmeno e sicuramente meno celebrati dei loro colleghi di oggi. Il primo (e imperdibile) cofanetto sarà “liberato” in occasione del Record Store Day, a cura di Rebirth Records, house label italiana con base a Brescia, lanciata nel 2006 da Daniele “Shield” Contrini e cresciuta rapidamente fino a diventare una delle etichette indipendenti di musica elettronica più conosciute (e rispettate) al mondo.

Una squadra memorabile di artisti

Solo per citarne alcuni: da Andrea Gemolotto, Massimino Lippoli, Fabrice, Mr. Marvin, Davide Rizzatti e Angelino Albanese per la DFC, Ricky Montanari e Flavio Vecchi (Love Quartet), Paramour, Adrian Morrison e Dj Ralf per la Heartbeat, passando per le produzioni di Alex Neri e Marco Baroni (già Kamasutra, Green Baize, Agua Re fino a diventare i Planet Funk) per la Palmares; e ancora Don Carlos e Stefano Tirone (insieme Montego Bay Experience), Francesco Montefiori (aka Key Tronics Ensemble e Soft House Company) e Claudio “Moz-Art” Rispoli (Jestofunk e Omniverse) su Irma e Antima Records, Leo Mas, Rago e Farina, MBG, Paolino Bova, Gianni Bini e Paolo Martini, senza dimenticare nomi che sono rimasti più nell’ombra ma che hanno dato linfa e spessore alla musica Made in Italy come Leo Anibaldi, Andrea Benedetti e Eugenio Vatta (Frame), Leandro Papa (Last Rhythm e Stonehenge), Cesare Cerulli e Toni Verde (Blue Zone), Graziano Ragni (High Tide), Massimo Berardi (Underground Nation Undertour Sensation e Cosmic Galaxy) e Massimo Zennaro e tutti i produttori che per esigenze di spazio non sono stati inclusi in questa raccolta.

Un lunghissimo elenco, e una chiamata alle armi che ha coinvolto anche la provincia di Brescia, culla di locali storici (su tutti il Mazoom Le Plaisir, alle porte di Desenzano del Garda) e con una dedica speciale, meritata, al compianto Claudio Coccoluto.

"Scorre la puntina": la genesi del progetto

Viaggio ritmico alla riscoperta di ciò che è stato, di ciò che continua a essere e di ciò che sarà, “Ciao Italia” racconta una storia che suona ancora incredibilmente attuale, i cui riverberi continuano a essere oggetto di venerazione tra dj, clubber e cultori musicali di nuove generazioni. Nato da un’idea di Daniele “Shield” Contrini, con la direzione artistica di Stupefacente Studio, il progetto ha preso forma in un doppio vinile, con un inserto firmato dal giornalista Elia Zupelli, che ricostruisce l’affresco di un’epoca attraverso le voci dei protagonisti, fotografie, interviste, rarità e abbagli notturni dal dancefloor. 

Così, mentre il disco scorre sotto la puntina, la speranza è di riuscire a coglierne l’atmosfera e riviverla per qualche istante aggrappati al fascino indomabile del groove “sotterraneo”: flusso mnemonico dal passato e spinta propulsiva per un nuovo corso proiettato nel futuro.

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