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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Così hanno speso 1 milione di euro per un centro profughi (mai realizzato)

Ipotesi definitivamente accantonata, ora l'ex caserma è in vendita

Il prezzo della paura? Un milione di euro. Tanto è costata, come scrive Bresciaoggi, solo la prima fase (per gli allacci alle fognature, servizi igienici e poco altro) propedeutica alla realizzazione del centro profughi che, si diceva, si sarebbe dovuto realizzare negli spazi dell'ex caserma Serini di Montichiari. La struttura avrebbe dovuto ospitare fino a 200 profughi e richiedenti asilo, negli anni in cui si parlava di “emergenza” ma che tale non è mai stata. E infatti il centro non ha mai visto la luce.

Sono passati ormai diversi anni, se ne parla dal 2016. La paura degli sbarchi (in realtà poche migliaia in un anno) aveva spinto verso l'ipotesi di convertire l'ex caserma in un centro di accoglienza temporanea: prima un progetto e poi un altro, entrambi accantonati. Nel mezzo, certo, c'è stata la pandemia: ora la guerra in Ucraina. 

La questione dei profughi

Un momento storico, quello che stiamo vivendo, in cui sono già stati accolti più di 35mila profughi ucraini nella sola Lombardia, circa 5mila anche in provincia di Brescia (e 79 a Montichiari, come riferito dal sindaco Marco Togni). Senza che il “sistema Paese” se ne sia realmente accorto: nessun collasso, nessuna crisi irreversibile come invece suggerivano, ai tempi dei profughi da Nord Africa e Medio Oriente, i fomentatori della “paura proprietaria” (bipartisan, sia chiaro: da un estremo all'altro).

E adesso che succede? “La svolta – scrive ancora Bresciaoggi – è arrivata con la decisione dello Stato di cedere la proprietà dell'ex caserma al Demanio, che ha ricevuto mandato di vendere il sito militare dismesso”. Ora l'opzione sul piatto potrebbe rimandare a una riconversione degli spazi (in tutto più di 100mila metri quadrati) in ambito logistico e trasporti, vista anche la vicinanza con l'aeroporto di Montichiari.

Un altro progetto mai realizzato

Alla fine del 2019, con una mozione in Consiglio regionale, si era discussa la possibilità di realizzare un centro unico di coordinamento e formazione della Protezione civile, sfruttando “le caratteristiche degli immobili e dell'intera area” e la sua ubicazione “in posizione logistica strategica”. “Regione Lombardia – si leggeva nel testo – potrebbe così realizzare nel Bresciano un centro all'avanguardia di sperimentazione per la formazione e coordinamento del personale, un campio-scuola stabile di Protezione civile, garantendo il pronto intervento e fungendo da modello e supporto per tutte le realtà territoriali di Protezione civile lombarde”.

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