Polvere e sangue: calcio storico, i Neri di Brescia nella patria dell'Harpastum
Prosegue l'avventura sportiva dei Neri di Brescia, la prima squadra non toscana di calcio storico (o fiorentino). Polvere e sangue anche alle Terme di Caracalla
Polvere e sangue sul campo di gioco: allenamenti durissimi, partite strazianti e colpi proibiti, o quasi, con più di 50 persone in campo, e tutte insieme. Polvere e fatica, ma per un traguardo meritato: a due anni dalla fondazione ormai ci sono anche loro, i Neri di Brescia, nell'olimpo del calcio storico italiano, l'arcinoto calcio fiorentino, conosciuto anche come calcio in livrea o calcio in costume.
Calcio storico: la prima squadra non toscana
E' la prima squadra non toscana di calcio storico, i primi a scendere in campo contro gli immortali picchiatori del torneo dei quattro quartieri di Firenze (e altre squadre vicine): di recente sono stati chiamati a giocare, o meglio a combattere, anche a Roma, nella patria dell'harpastum (l'origine vera, millenaria e romana, del calcio fiorentino, insomma a casa di chi se ne intende). Lotta dura senza paura, botte e spintoni, e alla fine una sconfitta per 18 a 4 alle Terme di Caracalla. E che partita, davvero.
L'avventura dei Neri di Brescia
L'avventura dei Neri prosegue da più di due anni, ma è soltanto l'inizio: tutto è cominciato per gioco, coinvolgendo un sostanzioso gruppetto di ragazzi bresciani provenienti da diversi stili di sport da combattimento, dalle arti marziali alla boxe, e poi il rugby. Si sono fatti da soli, con i primi allenamenti e una partita amichevole, poi la chiamata degli “Dei”: sono stati contattati dalle squadre di calcio storico fiorentino che li hanno voluti conoscere, e sfidare, prima i Rossi di Santa Maria Novella, Firenze, poi i Verdi di San Marco, Prato.
Harpastum e calcio storico
E adesso anche a Roma, appunto nella patria dell'harpastum: dove tutto è cominciato, mille e mille anni fa, uno sport che in realtà era un esercizio con la palla a integrazione dell'allenamento dei gladiatori e delle legioni a presidio dei confini. Poi convertito, nel XV secolo, nel calcio storico fiorentino arrivato fino a oggi: si gioca in 27 per squadra, senza sostituzioni. L'obiettivo è portare la palla in qualsiasi modo nella rete avversaria, che copre tutto il lato del campo ed è chiamata “caccia”.
Le regole del gioco
Si gioca ovviamente a mani nude, ed è possibile placcare l'avversario in qualunque modo, tranne che da dietro sopra le gambe, così come si può anche colpire l'avversario in ogni modo (pugni, calci, ginocchiate, vedete voi). E ancora: gli scontri devono essere sempre “testa a testa”, uno contro uno, due contro due e così via. Ma c'è anche del fair play, ogni tanto: non si può colpire qualcuno a terra, ad esempio, ma lo si può bloccare impedendogli di rialzarsi. In sintesi: una tradizione plurisecolare fatta di calci e botte, ginocchiate e tanti insulti, e che adesso parla anche bresciano. “Stiamo lavorando per consolidare la squadra – ci dicono ancora i Neri – e chiunque è libero di venire a conoscerci o provare qualche allenamento”. Basta un clic su Facebook. E magari un paradenti.