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Rischio criminalità nelle imprese, Brescia al quarto posto in Italia

La nostra provincia non brilla nelle graduatorie

Al quarto posto in Italia per numeri assoluti, al sesto per incidenza ma unica provincia lombarda in quest'ultima graduatoria: è il triste primato che il territorio bresciano si è guadagnato considerato uno dei parametri sul rischio delle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle imprese, come rilevato dal “Aml monitor” 2021 di Cerved, storica azienda (operativa da più di 40 anni) specializzata in report imprese, servizi di valutazione, gestione e recupero crediti, report e studi di settore per società o istituti finanziari.

Il report di Cerved

“Le difficoltà economiche generate dalla pandemia – scrive Cerved – e la carenza di liquidità di molte imprese hanno provocato un aumento del rischio di riciclaggio di denaro e di infiltrazioni nel nostro tessuto produttivo. L'aumento dell'esposizione a questi fenomeni è certificata dai dati di Banca d'Italia sulle operazioni sospette, che fotografano nel 2021 una crescita senza precedenti delle segnalazioni associate al rischio riciclaggio (138mila, +23,4%).

Nel report vengono considerati i cambi di titolare effettivo delle aziende, i cambi del codice ateco ma anche le variazioni anomale dei tassi di natalità. Gli alert antiriciclaggio sviluppati da Cerved sono stati combinati con i dati anagrafici e di bilancio di tutte le società di capitale italiane, per un totale di 1 milione di imprese. Sulla base dell'evoluzione dei diversi alert sono stati identificati settori e territori con andamenti anomali che potrebbero dunque essere associati a potenziali rischi di riciclaggio. 

Le imprese più a rischio

Il fronte dei cambi di titolare è considerato uno tra i più significativi campanelli d'allarme. In tutto il territorio nazionale se ne sono registrati quasi 36mila, in particolare nel settore dell'edilizia (3.477), della ristorazione (1.883), servizi informatici e software (1.557), consulenza societaria (1.283) e ancora impianti per l'edilizia (922). Per quanto riguarda l'incidenza percentuale sul totale, nei primi 10 settori ci sono aziende di giochi e scommesse (6,2%), produzione di cereali (5,8%), ingrosso carburanti e combustibili (5,7%), spedizioni (5,1%), gestione rifiuti (5%). I settori più in crescita sono invece l'ingrosso di autoveicoli e motocicli (37,9%), servizi di pulizia e disinfestazione (28,6%) e ancora concessionari di auto e moto (15,4%).

A livello regionale, l'incidenza del fenomeno è particolarmente elevata nel Lazio (dove il 4,4% delle aziende ha cambiato titolare) e in Campania (4,2%), mentre gli aumenti più consistenti si registrano in Molise (+15,4%) e nelle Marche (+13,4%).

La situazione bresciana

Così nel dettaglio dei territori. Nelle prime 10 province per numero di titolari effettivi subentrati Brescia è al quarto posto in Italia (1.038 totali), dietro solo a Roma (4.594), Milano (3.925) e Napoli (2.108) e davanti a Torino, Padova, Bergamo, Bari, Firenze e Bologna. Sul fronte dell'incidenza dei titolari effettivi subentrati sul totale delle imprese, come detto, Brescia è sesta con il 4,3% ma è anche l'unica provincia lombarda nella top ten, che vede in testa Roma (4,7%) seguita da Padova, Siracusa, Napoli, Taranto, Brescia, Modena, Lucca, Terni e Forlì.

Il dato – ha spiegato a Il Giorno Monica Forte, presidente della Commissione antimafia lombarda – va letto in relazione all'alto numero di piccole e medie imprese colpite dalla crisi, che sono terreno fertile per gli assalti delle mafie attraverso estorsione e usura”. 

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