rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
social

La mostra dell'artista-dissidente, il monito dell'ambasciata cinese: "Cancellatela"

Una lettera dell'ambasciata invita il Comune a cancellare la mostra

Il monito, istituzionale, è arrivato solo pochi giorni fa: nero su bianco, su carta intestata dell'ambasciata cinese. Come scrive il Giornale di Brescia, i corrispondenti da Pechino hanno fatto sapere che la mostra dell'artista Badiucao – storico dissidente la cui identità è stata rivelata solo di recente – non è affatto gradita. Così poco gradita che il consiglio, anzi l'invito, è quello di annullarla e basta così, senza ripensamenti. Ma il sindaco Emilio Del Bono ha già detto la sua: la mostra si farà, eccome.

La mostra bresciana di Badiucao

Premessa doverosa. Si parla dell'esposizione “La Cina (non) è vicina”, ovvero “Badiucao: opere di un artista dissidente”, a cura di Elettra Stamboulis e in scena al Museo di Santa Giulia dal 13 novembre al 13 febbraio: la mostra è stata presentata il 12 ottobre scorso, in contemporanea all'opening dell'opera di Zehra Dogan (altra artista considerata “dissidente”) dedicata a Hevrin Khalaf. La mostra di Badiucao, fanno sapere dal Comune e dalla Fondazione Brescia Musei, rappresenta l'evento di punta del Festival della Pace, in programma dal 12 al 26 novembre.

Storia e origini dell'artista

“La Cina (non) è vicina” è la prima personale dedicata a Badiucao, pseudonimo dell'artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta, attualmente operante (in esilio) in Australia. Il percorso espositivo ripercorre l'attività artistica di Badiucao, dagli esordi alle opere più recenti che sono nate in risposta alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19. Per la cronaca, Badiucao è noto anche come il “Bansky cinese”: si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la sua arte in tutto il mondo, sfidando costantemente il governo e la censura cinese.

Le opere in mostra al Museo Santa Giulia

Senza dubbio, un gran coraggio: il suo impegno politico si realizza nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente lo spirito pop della propaganda del capitalismo di Stato cinese, ricalcandone lo stile grafico, i colori e i toni. Tanti, in tal senso, i temi affrontati dalla mostra bresciana: dalle opere che testimoniano le violazioni dei diritti umani alla censura inflitta ai cittadini cinesi sul tema del Covid, la repressione del dissenso in Myanmar, l'assimilazione culturale forzata degli uiguri, fino al dettagliato racconto delle proteste degli ultimi anni a Hong Kong.

La richiesta dell'ambasciata cinese

Proprio a Hong Kong, tre anni fa, un'esposizione di Badiucao venne cancellata per le pressioni del governo centrale cinese. Ora la lettera è arrivata anche a Brescia, a firma dell'ambasciata: nel testo (riportato dal Giornale di Brescia) le opere dell'artista vengono definite “piene di bugie anticinesi”, e ancora “distorcono i fatti, diffondono false informazioni, fuorviano la comprensione del popolo italiano e feriscono gravemente i sentimenti del popolo cinese, mettendo in pericolo le relazioni amichevoli tra Cina e Italia”. Quindi si esprime “forte insoddisfazione” per la mostra, e si chiede al Comune di “agire rapidamente per cancellare le attività”. Il sindaco Del Bono, come detto, per ora ha detto no: la mostra si farà.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La mostra dell'artista-dissidente, il monito dell'ambasciata cinese: "Cancellatela"

BresciaToday è in caricamento