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Testamento biologico: la nuova normativa

Il ddl approvato alla Camera dice chiaramente che non sarà più possibile sospendere l’alimentazione artificiale, il paziente non può preventivamente rifiutare le cure. Piccolo vademecum sul nuovo progetto di legge

Premessa dovuta: il disegno di legge a firma Calabrò e Virgilio è stato approvato alla Camera ma non ancora al Senato, ma la polemica è già accesa. Giusta o sbagliata che sia, è sempre meglio che ogni discussione sul tema sia accompagnata da una conoscenza del problema e in questo caso della nuova normativa prossima all’approvazione. La nuova legge sul testamento biologico, in piena controtendenza con le grandi democrazie borghesi d’Occidente, impone l’alimentazione artificiale al malato terminale con attività cerebrale pari a zero, senza che i parenti possano opporsi, anche se il paziente avesse espresso in precedenza dichiarazioni o volontà opposte a tale alimentazione forzata. Le cosiddette ‘dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) non avranno alcun valore legale, e saranno considerati semplici ‘orientamenti’ che potranno riguardare esclusivamente i trattamenti da attivare e non quelli a cui non ci si vorrebbe sottoporre.

Il medico non dovrà dunque più tenere conto delle volontà del paziente poiché l’alimentazione forzata non viene considerata un atto medico, anzi avrà potere assoluto nella scelta sul fine vita del malato grave in fase terminale. Chiunque di noi potrà decidere in anticipo il modo in cui essere curato, ma non potrà mai decidere in anticipo di non essere curato e di lasciarsi morire. Il biotestamento potrà essere preso in considerazione solo per chi si trova in ‘uno stato vegetativo dall’accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale’.

Giusto o sbagliato che sia, va sottolineato che il nuovo ddl sul testamento biologico va contro l’articolo 5 della Convenzione Internazionale di Oviedo (Diritti dell’Uomo e Biomedicina), viola l’articola 3 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, viola l’articolo 32 della Costituzione (‘Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge’), senza dimenticare che ci allontana dai grandi Paesi liberali (Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Svizzera..e tanti altri).

Giusto o sbagliato che sia, il professor Michele Ainis dell’Università degli Studi di Roma3, Ordinario nel dipartimento di Diritto Europeo, dalle pagine del Corriere della Sera ci ricorda che “il nuovo testamento biologico è profondamente illogico” e che “promette un diritto nell’atto stesso in cui lo nega”. Inoltre, in ordine, ci distingue dai Paesi avanzati, brilla per impopolarità, infligge una ferita alla laicità delle nostre istituzioni “per obbedire ai desideri della Chiesa”.. E in conclusione cita Umberto Veronesi, che a sua volta richiama Indro Montanelli: “La dottrina ecclesiastica dovrebbe impegnare i chierici e i fedeli, non l’universo mondo”.

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