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Formigoni insiste sul voto immediato. Lega: "Quando cade Monti"

Il tira e molla fra Formigoni e la Lega si è trasformato in una partita a scacchi, con continui riaggiustamenti in vista della conclusione della crisi

All'apparenza il braccio di ferro fra Roberto Formigoni e la Lega Nord si è trasformato in una partita a scacchi in cui i tatticismi si sprecano. Ma nei continui cambi di scenario, compreso il faccia a faccia di ieri sera a Roma fra Formigoni e Angelino Alfano, si nascondono anche continui riaggiustamenti in vista della conclusione della crisi in Lombardia. Almeno per quanto riguarda il fronte del centrodestra.

Dove ieri Formigoni ripete la volontà di andare al voto subito e Maroni prende tempo facendo coincidere le elezioni regionali con le politiche, anche se anticipate però. Il governo Monti "non mangerà il panettone" ha profetizzato il segretario del Carroccio e "se ciò che dico avverrà, allora ci saranno elezioni politiche anticipate rispetto ad aprile" e anche l'election day tanto caro alla Lega. La palla è comunque in mano al Popolo della Libertà. Le riunioni di ieri sera all'interno del partito sono state diverse. "Lungo incontro con Alfano a via dell'Umiltà, poi con La Russa. Visti altri amici del Pdl - ha scritto il presidente della Lombardia su Twitter - Si lavora con unità d'intenti". E anche il coordinatore del Pdl si è detto "contento di come è andata". Nella mattinata di ieri Formigoni aveva chiesto al Popolo della libertà di decidere "rapidamente" su primarie e scelta del candidato.

Nodo che è difficile non sia stato affrontato ieri sera. Nei giorni scorsi, Gabriele Albertini aveva chiesto un congresso per decidere le alleanze. E l'ex sindaco è l'uomo che Formigoni ha 'segnalato' come possibile candidato visto che non è un "quidam de populo", uno qualunque, ma un "europarlamentare del Pdl che ha offerto la sua disponibilità in queste difficili elezioni". Il suo progetto di una coalizione allargata anche all'Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e a Fermare il declino di Oscar Giannino è una delle possibilità che ha il Popolo della Libertà. L'altra potrebbe essere quella di puntare su un nome come Maurizio Lupi, meno 'indigesto' al Carroccio.

Con la Lega, però, Formigoni non è arrivato ai ferri corti. Ha spiegato che il suo rapporto con il partito di Maroni è "definito" dal fatto che ha messo in giunta il leghista Andrea Gibelli nel ruolo delicato di vicepresidente. "Contano i fatti - ha aggiunto - più dei sentimenti". E d'altronde anche le dichiarazioni che arrivano da via Bellerio sembrano meno bellicose nei confronti del governatore. Maroni stesso ha spiegato che il Carroccio è "impegnato al 100% nella nuova Giunta del presidente Formigoni. Vuol dire che noi ci crediamo, altrimenti non avremmo messo nessuno". Il segretario del Carroccio non ha comunque chiarito come intenda ricostruire un'alleanza con il Pdl. Di certo per qualsiasi accordo in futuro, con chiunque, "i presupposti - ha spiegato - sono l'onestà nei comportamenti e l'impegno contro le infiltrazioni della criminalità organizzata". "La situazione - ha ammesso - è in evoluzione".
 

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