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Il nobel alle donne africane e alla loro lotta d'uguaglianza

Ieri mattina si è tenuta nella sede del PSI di Brescia una conferenza stampa sull'assegnazione del Nobel per la Pace alle tre donne africane: "La pace è uno stile di vita, perché la donna è pace e vuole una vita senza guerra. Le donne in Africa sono ricchezza"

Ieri mattina si è tenuta nella sede del PSI di Brescia una conferenza stampa sull’assegnazione del Nobel per la Pace a tre donne africane, con la presenza di Pia Locatelli, Presidente dell’Internazionale Donne Socialiste, e di Marie Chantal Zezet Agou, Presidente Associazione “La vie en deux".

Già deputata europea, Pia Locatelli ha sottolineato come il Consiglio dell'Internazionale Socialista Donne nella sua riunione di Atene del giugno scorso aveva approvato all'unanimità una risoluzione a sostegno della campagna per l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2011 alle donne africane che aveva come obiettivo il riconoscimento del ruolo cruciale svolto in Africa dalle donne, che sono la spina dorsale del loro continente e la vera alternativa per una società nuova e più umana: “Ho atteso la data del 7 ottobre con trepidazione. Quest'anno il premio Nobel per la Pace era grandemente atteso nel mondo femminile e femminista, sentivamo che un'attenzione particolare sarebbe stata rivolta all'impegno delle donne per il loro lavoro di costruzione della pace, di promozione dei diritti umani, di riconoscimento del ruolo delle donne nei vari ambiti della vita.”

“La donna africana vuole una vita senza guerra, le donne in Africa rappresentano una ricchezza“ ha dichiarato invece Sene Oumy, Presidente Associazione Donne Senegalesi Brescia, “la donna africana è come una biblioteca dove si trova di tutto e senza il riconoscimento del loro lavoro non si potrà mai raggiungere la Pace“. Per Marie Chantal Zezet Agou, “la pace è uno stile di vita, perché la donna è pace. Il Nobel del 2011 è una importante opportunità per le donne africane perché dà visibilità al nostro impegno per ottenere parità e dignità“.

Clara Lazzarini, Responsabile Regionale PSI SOS DIRITTI, ha cercato di spegare come la pace non sia un concetto astratto ma azione concreta e misurabile. Si costruisce spesso con inattività invisibile non solo nel tamponare le emergenze ma soprattutto come motore trainante dello sviluppo e del cambiamento: “Questa è l’azione tipica delle donne africane, nel campo dello sviluppo come della salute, dell’educazione anche sessuale, nell’impresa per la sopravvivenza ma anche per il profitto".

Maria Cipriano, Segretaria Provinciale PSI Brescia, ha poi concluso la conferenza stampa ripercorrendo le tappe importanti delle conquiste delle donne italiane e non: “Il cammino delle donne nella società, non solo italiana ed europea, è stato caratterizzato da forti battaglie per il raggiungimento della parità di genere; le conquiste ottenute necessitano però di vigilanza sulla conservazione delle stesse ma anche di ritessere una rete di impegno comune per arrivare al raggiungimento pieno dell’obiettivo dell’uguaglianza."

Mai come negli ultimi tempi proprio nella nostra Italia le conquiste sociali delle donne sono state messe in pericolo da un atteggiamento politico, anche trasversale, che tende a sopraffare se non a far arretrare un percorso di lunghe lotte (davvero in Italia si può scherzare sulla “gnocca“ e il suo partito?).
Mai come oggi si rende necessaria e urgente una nuova solidarietà di donne e uomini che credono in una società in cui i diritti degli uni siano anche quelli delle altre: una visione del mondo in cui, a partire dai nuclei famigliari di varia estrazione fino a giungere alle amministrazioni e ai luoghi di potere dove vengono assunte le decisioni che contano, non ci sia alcun tipo di sopraffazione. E' possibile pensare che esistano paesi dove la donna non sia ancor oggi ammessa alla guida automobilistica?
Spiace rimarcare l’assoluta assenza del comune di Brescia in questa campagna per l’assegnazione del Nobel per la pace, considerata la forte presenza di donne e uomini immigrati nella nostra città.

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