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Il Comune deve 1.000 euro allo Stato: il sindaco li prepara tutti da 1 centesimo

La singolare protesta del sindaco di Malegno, Paolo Erba: poco più di 1.000 euro in monete da un centesimo, pronte per essere consegnate allo Stato

“Abbiamo scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio e ai ministri dell'Interno e della Pubblica amministrazione: abbiamo voluto raccontare una storia spiacevole per Malegno. Una storia simile a tante, troppe storie dei piccoli Comuni, soprattutto di montagna. Storie che hanno un denominatore comune: il senso di abbandono da parte dello Stato. E' un grido di dolore dalla periferia dell'impero: i piccoli Comuni non ce la fanno più”.

Così qualche giorno fa il sindaco di Malegno Paolo Erba, nell'annunciare il singolare pagamento di una “tassa” – pari a poco più di 1000 euro – tutta in monetine da un centesimo. Cinque sacchi di iuta da oltre trenta chili l'uno, pronti ad essere consegnati allo “Stato centrale” per la riscossione del 5 per mille, datato 2014, che i cittadini del piccolo paese camuno avevano intestato al municipio.

Soldi spesi per l'assistenza ai disabili

Soldi, fa sapere ancora Erba, che sono stati utilizzati per l'assistenza ai disabili: e fin qui niente di strano. Almeno fino all'anno scorso. “Nel 2018 la Direzione centrale della finanza locale del ministero dell'Interno estrae il mio Comune tra quelli che devono presentare la rendicontazione di queste spese (quelle relative al 5 per mille, ndr) e ci comunica la scadenza del 31 dicembre per la scadenza di tale rendicontazione”.

Con una sola dipendente dedicata al servizio Ragioneria, continua il sindaco, “alla fine di dicembre, periodo in cui si prepara il bilancio preventivo e altre scadenze, la rendicontazione di dati di 4 anni prima già in possesso dello Stato, viene per necessità posposta ai numerosi adempimenti già di per sé prioritari”. Dunque viene data precedenza alle “scadenze vitali”, e la rendicontazione consegnata il 20 gennaio del nuovo anno.

Mille euro in monetine: 5 sacchi da 168 chili

“Poco tempo dopo – incalza Erba – riceviamo l'ordine del Ministero di restituire la cifra per non aver rispettato la scadenza. Abbiamo provato a spiegare che in realtà la specifica norma sanzionatoria non si applicherebbe in caso di ritardo della rendicontazione, ma purtroppo il Ministero non ha accolto la nostra istanza. Il Comune di Malegno dovrà pertanto restituire 1.101,36 euro allo Stato. I soldi sono pronti per essere versati: tuttavia, mi sono permesso di trasformare questa cifra in monete da un centesimo, sacchi pieni di monete per un peso di circa 168 chili. Gradirei che un funzionario dello Stato venisse qui a ritirare il dovuto, poiché ne vorrei approfittare per mostrare come si sopravvive e si lavora in un Comune all'estrema periferia dell'impero”.

Un caso che ormai è diventato nazionale: messaggi e telefonate di solidarietà, articoli di giornale e servizi televisivi. Gira voce che la storia sia arrivata anche a Roma, e ai piani alti: e che forse qualcuno ci stia ripensando. Non è tanto la cifra, viene da dire, ma il metodo. E su questo lo Stato centrale, purtroppo, ha ancora tanto da imparare.

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