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Lombardia: niente assistenza pediatrica ai figli di irregolari, il NO dei medici cattolici

"Nessuno - ha dichiarato Meola, presidente dell'Amci di Milano - può imporci di diventare impassibili funzionari di pubblica sicurezza"

Lo scorso 3 luglio in Consiglio regionale è stata bocciata una mozione dell'opposizione  per estendere l'assistenza pediatrica ai bambini figli di immigrati irregolari. A due settimane di distanza, le polemiche non si sono ancora placate.

"Rispetto le idee di tutti ma ci sono delle leggi che noi applichiamo e c'è stato un pronunciamento del Consiglio regionale", ha commentato ieri Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, tornando sull'argomento incalzato dai giornalisti.

"Non pretendo che le nostre decisioni accontentino tutti - ha aggiunto - però io devo dare esecuzione alle deliberazioni del Consiglio regionale, che peraltro condivido. Vorrei che chi critica si occupasse anche delle cose buone che facciamo".

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"Inutile che Maroni si nasconda dietro alle decisioni deliberate in Consiglio regionale come ha appena fatto", gli ha subito risposto il consigliere regionale della Lombardia Gianantonio Girelli (Pd).

Girelli ha aggiunto che "purtroppo in aula si è soltanto strumentalizzato, secondo la solita vecchia propaganda leghista" questo tema.

L'esponente piddino riferisce inoltre che la questione sarà discussa in Commissione sanità, dove saranno sentite le associazioni Caritas e Naga, come il Pd afferma di aver richiesto. Anche Lucia Castellano, capogruppo del Patto Ambrosoli in Consiglio, ha commentato le dichiarazioni del governatore: "Apprendiamo, per la verità senza troppo stupore, che il presidente Maroni ritiene corretta la scelta del centrodestra in Consiglio regionale di aver negato cure continuative ai bambini figli di immigrati non regolari".

Una decisione "assurda e per nulla lungimirante": così invece la sezione milanese dell'associazione Medici cattolici italiani ha definito la bocciatura. E per questo ha chiesto alla Regione di "rivedere" la sua scelta.

"Lanciare messaggi di questo tipo - ha spiegato in un comunicato il presidente dell'Amci di Milano Giovanni Meola - porta gli immigrati a non rivolgersi alle strutture ospedaliere per le dovute cure manifestando un potenziale rischio anche per la salute di altre persone". E comunque "l'assistenza e la cura - ha aggiunto - vengono prima di qualsiasi cosa, specie se si tratta di minori".

Per questo i medici cattolici di Milano sono contrariati e parlano di "orrore" per l'ipotesi ventilata da alcuni politici di sorte di "'liste di proscrizione' per denunciare i bambini irregolari alle autorità". "Nessuno - conclude Meola - può imporci di diventare impassibili funzionari di pubblica sicurezza".

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