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Lega, Bossi contro regole del Congresso: "Ma non mi ritiro"

Il Senatur va a parlare a Radio Padania. La replica: "Tutto regolare"

Gli hanno spiegato che la sfida, a partire da quella per la raccolta delle firme, sarà difficile o forse anche impossibile. Ma Umberto Bossi, un anno e mezzo dopo aver perso la guida della sua creatura politica per le inchieste giudiziarie sui conti della Lega, vuole tenersi al centro della scena. E non solo ha ribadito che non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa alla segreteria del Carroccio, ma intervenendo su Radio Padania, ha denunciato anche il rischio di irregolarità nel nuovo sistema del congresso convocato a dicembre: un sistema "troppo complesso".

Immediata la replica di via Bellerio: tutto regolare e votato anche da lui, gli hanno mandato a dire dal suo partito, dove il Senatur viene considerato "nervoso" per un motivo ben preciso: avrebbe raccolto poche firme per la sua candidatura. Intanto, però, Bossi segnala che lui c'è, in questa sfida a cinque alla successione a Roberto Maroni che vede sempre per favorito Matteo Salvini. E come venerdì scorso in un comizio in Valle Brembana sotto un tendone in verità semivuoto, ha scelto di alzare i toni.

Anzitutto ha preso di mira le mille firme necessarie per partecipare al voto del 7 dicembre, che vanno raccolte entro il 29 novembre. "Bisogna andare nella segreteria provinciale dove devi essere riconosciuto come socio militante", ha affermato Bossi in radio, sostenendo che così però "scompare la segretezza del voto" e alla fine si arriverà "a una serie di processi, di ricorsi alla magistratura". L'ex leader è convinto che i suoi avversari interni facciano circolare la voce che si ritirerà "per demotivare i cittadini a firmare per me". Ma ha assicurato che non getterà la spugna, contrariamente a quanto gli avrebbe suggerito il governatore del Piemonte Cota: "Perdo? Pazienza, non è quello il problema".

Nessuno pare voglia replicare apertamente alle accuse del Senatur. Per la raccolta delle firme, è stato fatto solo notare, è stata seguita la prassi e nel Consiglio federale "Bossi ha pure votato a favore". L'impressione è però che, al di là dei formalismi, Bossi voglia sfruttare questa ribalta per togliersi altri macigni dalle scarpe, oltre che per promettere una nuova "catena umana" lungo il Po. Al conduttore Roberto Ortelli (a cui ha confidato di aver passato la maturità grazie al fatto di venire da una famiglia di partigiani) ha ri-parlato di un complotto anche "interno" nei suoi confronti con le inchieste sull'ex tesoriere Belsito. "Ero tranquillo - ha sostenuto Bossi - avevamo anche Maroni ministro dell'Interno, uno esperto, che si vantava di lottare contro la mafia. L'ultima cosa che mi aspettavo era che avessimo un amministratore legato alla 'ndrangheta".

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