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Proposta shock del Comune: "Se rinunci ad abortire, ti diamo 160 euro al mese"

Approvata in consiglio comunale a Iseo la mozione che prevede un “sussidio alla maternità” per tutte le donne che rinunciano ad abortire

Forse per tentare (simbolicamente) di arginare il calo della natalità, o forse per motivi “ideologici” visti gli annunciati finanziamenti per alcune associazioni, il consiglio comunale di Iseo ha approvato la mozione “Sostegno alla vita nascente” presentata dall'assessore al Bilancio Giovanna Prati: la maggioranza ha votato compatta, le minoranze hanno abbandonato l'aula per protesta.

Un documento che ha scatenato un gran polverone, nel paese già celebre per l'ospedale dove – a causa dei medici obiettori di coscienza – non si è praticato un aborto per almeno tre lustri, e nonostante questo il punto nascite è stato chiuso (dunque non è bastato impedire gli aborti per rilanciare la natalità).

Un “bonus” da 160 euro al mese

Nella mozione, comunque, si prevede un sostegno di 160 euro al mese per 18 mesi, definito come “sussidio alla maternità che fornisca alla donna intenzionata ad abortire, anche a causa di necessità economiche, la possibilità di avvalersi, dopo l'avvenuto rilascio del documento attestante lo stato di gravidanza e la richiesta di Ivg, di un intervento economico straordinario subordinato alla disponibilità della donna ad aderire a un progetto sociale individualizzato”.

Il “progetto sociale”

Questo “progetto sociale” potrebbe essere probabilmente affidato alle associazioni che vengono citate nel documento (e per cui non si esclude un sostegno economico): nel dettaglio di parla del Centro aiuto alla vita e del Movimento per la vita. La notizia, dicevamo, ha fatto un gran rumore. E riaccende il dibattito mai domo (e spesso strumentale) su una questione “vecchia” di oltre 40 anni, e che tale dovrebbe essere: l'aborto è un diritto acquisito che nessuno dovrebbe mettere in discussione.

L'inverno demografico

Il calo della natalità e il conseguente invecchiamento della popolazione è un fenomeno che sociologi e demografi chiamano “inverno demografico”: ad oggi coinvolge tutto il mondo occidentale, in particolare gli imperialismi che per primi hanno dominato la scena internazionale (dagli Stati Uniti all'Europa al Giappone). Da qui al 2100 anche l'Onu prevede un “inverno demografico” in tutto il pianeta: il che significa più morti che nati, senza che vi siano altri Paesi a invertire la rotta (come succede oggi).

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