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Politiche, ecco l’agenda Moroni: «Mai stata la cortigiana di Berlusconi»

Ultimo giorno utile e ultima intervista prima del silenzio elettorale. La bresciana Chiara Moroni candidata alle elezioni politiche per Futuro e Libertà di Fini: "Agenda Monti, prima di tutto. E basta demagogia!"

“Berlusconi ogni giorno che passa assomiglia sempre più a Cetto Laqualunque, con le sue promesse mirabolanti. Non concepisce alcuna forma di dibattito, più che al buon governo del Paese pensa al buon governo degli affari suoi. Ha tradito la promessa fondante del PDL, un grande partito laico per una vera rivoluzione liberale”. Ultimo giorno utile per la campagna elettorale, prima del silenzio che precede la doppia giornata di voto, e la candidata FLI Chiara Moroni (bresciana da Iseo) non poteva certo astenersi, ma che bel gioco di parole da seggio.

Contro “la politica delle promesse e della demagogia”, e qui ci sta anche “il populismo di Beppe Grillo, un fine comunicatore ma che non ha ancora capito che l’Italia ha dei problemi veri da risolvere”. La necessità di proseguire con il cambiamento, “e mi auguro che questa sia l’ultima campagna elettorale in cui il cittadino non possa scegliere chi lo rappresenta”. Quindi la riforma elettorale ma anche quella istituzionale, “contro le maldestre forme del nuovo federalismo”, l’agenda Monti (in fondo è lui il capolista) per rispondere “all’infinita serie di illeciti perpetrati da parte della classe dirigente”, senz'altro la corruzione, “è impensabile che in un momento in cui le difficoltà della gente si toccano con mano ci sia ancora qualcuno che abbia il coraggio di candidare chi è indagato per fatti gravi”.

Le tante vicende “etico-legal-morali” dell’Italia che è tornata ad essere un’Italietta, l’Europa del fiscal compact e del pareggio di bilancio che taglia pensioni e salari, questa è la ristrutturazione, “nonostante tutto in Europa ci siamo, ne abbiamo bisogno, con una maggiore integrazione tra gli Stati, dritti verso gli Stati Uniti d’Europa, una politica economica unica ma che rispetti tutte le specificità dei singoli Paesi”. E dopo 52 atti di fiducia del Governo d’emergenza “la gente non può dimenticare che siamo stati davvero ad un passo dal baratro, e che in quel Governo c’erano tutti, e hanno votato tutto”.

Ma l’astensionismo, il voto di pancia, l’antipolitica? “Storicamente l’Italia è una delle culle della democrazia. Gli italiani sanno che se non si partecipa alla vita politica è la politica che comunque decide per te. Chi non vota perde l’occasione di poter contribuire. E non esiste il voto inutile: qualunque voto espresso con convinzione è di per sé un voto utile, in qualsiasi direzione”. Difficile che FLI faccia il botto, anche se i sondaggi pubblici sono spariti da giorni. Allora spazio ad una maggioranza allargata, “un’alleanza di programma in cui mediare l’interesse di parte per farlo diventare interesse collettivo”. Ma allora anche Vendola? “Ci sono punti in comune, ma è difficile che possa condividere i nostri progetti di welfare e di lavoro”.

C’è ancora spazio, per un po’ di Berlusconi, “un grande uomo di marketing che vende la politica come prodotto, in cui conta il packaging, la confezione, il pacco, e non il contenuto”. Per la proprietà transitiva allora Berlusconi è un uomo che vende, “un uomo che vende pacchi”. Un uomo che “crede di comandare la Corte del Re Sole: ma io non sono certo la sua cortigiana”.

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