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Maccabelli: "I bresciani muoiono di cancro, l'inceneritore deve sparire"

Intervista ad Alessandro Maccabelli, candidato sindaco della lista civica Maddalena per Brescia

Siede al tavolo di un bar ai piedi del monte Maddalena: il luogo simbolo di Brescia da cui prende il nome la lista civica (Maddalena per Brescia) che rappresenta. Grandi occhi azzurri, atteggiamento disinvolto, il candidato sindaco Alessandro Maccabelli non appare per nulla provato dalle fatiche della lunga campagna per le amministrative, che è ormai agli sgoccioli. È circondato dagli altri membri della lista: amici, prima che compagni dell'avventura elettorale, a quali spesso si rivolge per chiedere pareri e opinioni mentre risponde alle nostre domande. Un diploma di tecnico di laboratorio in tasca, è un professionista nel settore del web marketing: non si era mai occupato di politica, prima di candidarsi per guidare la città, e concepisce l'esercizio del governo "come uno strumento per fare del bene al territorio, all'ambiente e alle persone".   

Vi definite "un gruppo di cittadini arrabbiati che ha deciso di smettere di lamentarsi e di passare all’azione". In concreto, cosa vorrebbe dire? 

"La maggior parte delle persone che compongono la lista vengono dal mondo del volontariato: si sono sempre occupate del territorio, dell'ambiente, delle persone. A cominciare dalla Maddalena: spesso abbiamo pulito in prima persona boschi e sentieri. Come volontari abbiamo fatto molto, ma non abbiamo mai avuto un aiuto concerto da parte dell'amministrazione comunale. Per fare un esempio: ci veniva concesso il patrocinio, ma mai delle risorse da usare per comprare le pinze per raccogliere i rifiuti. Le istituzioni non ci hanno mai ascoltati fino in fondo: quindi, per fare qualcosa di più, per la Maddalena e l'ambiente, abbiamo deciso di provare ad entrare in consiglio comunale".  

Pessima qualità dell'aria a Brescia, per risolvere il problema gli altri candidati propongono il prolungamento della Metro (Rolfi) e il tram leggero (Castelletti). Il vostro punto di vista?

"Siamo contrari al tram perché deturpa la bellezza di Brescia e puntiamo all'ampliamento della metropolitana: deve coprire capillarmente tutte le zone della città e va allungato il percorso ai primi comuni dell'Hinterland (Rezzato da un lato, Roncadelle dall'altro) permettendo così a tutti di poter raggiungere Brescia senza usare l'auto". 

Tra i temi caldi della campagna c'è l'inceneritore. Per Lucà è un "pericolo ambientale", mentre per Castelletti non si può demonizzare. Voi come la vedete?

"Ci hanno preso in giro dicendoci che sarebbe stato realizzato per bruciare i rifiuti bresciani: non è vero, perché sono solo un sesto di quelli che vengono bruciati. È corretto affermare che parzialmente sostiene le casse comunali, ma il problema principale, per noi, è che i bresciani muoiono di cancro, e quindi per forza di cose l'inceneritore deve sparire, così come il traffico veicolare. Si tratta di un percorso lungo: non abbiamo la bacchetta magica, ma una strategia: un progetto di lungo termine che deve essere condiviso. Prima di tutto bisogna puntare su un'economia circolare e ridurre i rifiuti a zero, in modo tale che l'inceneritore non serva più. Ma deve essere intrapresa una strada condivisa da tutti. Cittadini, istituzioni e aziende: ognuno deve fare la sua parte per ridurre i rifiuti e poter poi pensare di chiudere l'inceneritore. E poi compensare il mancato introito del Comune con ricchezze alternative: abbiamo un patrimonio storico e culturale che, se venisse valorizzato, ci premetterebbe di compensare gli introiti dell'inceneritore con quelli derivanti da turismo. A prescindere dal discorso economico, la nostra priorità è fare in modo che i bresciani non muoiano di cancro: ci hanno tenuti chiusi in casa tre anni per il Covid, mettendo da parte tutto, ma si continua a permettere che i cittadini muoiano di tumore. La realtà è questa: bisogna cambiare direzione e smettere di nascondere la polvere sotto il tappeto, come fatto negli ultimi 10 anni".

Il vostro programma è incentrato sugli interventi da fare in Maddalena. Nel resto nella città, invece?

"La Maddalena è più importante di quello che pensiamo. Viviamo nella città che è tra le più inquinate d'Europa e non viene tutelato l'unico polmone verde presente. È stata trascurata: è vero che l'80 % dei territori è di proprietà privata, ma da quando non ci sono più i Roncher i boschi sono preda dell'incuria. Ci sono molti alberi secolari che stanno morendo perché invasi da piante infestanti e poi c'è il rischio incendi: noi proponiamo la creazione di un assessorato alla Maddalena che vada a coordinare associazioni, cooperative e privati per la pulizia del bosco e la raccolta della legna. Legname che poi potrebbe alimentare le centrali a biomasse, ottenendo due risultati risolvendo un problema. La Maddalena è un punto di partenza, ma tutti i progetti pensati per la Maddalena potrebbero poi essere applicati in ogni zona della città. Ci sono edifici e strutture da riqualificare in tutta Brescia, tra cui il Freccia Rossa e la Cascina Mangia. Per entrambi abbiamo un progetto: la cascina Maggia potrebbe diventare la casa delle associazioni. Mentre per il Freccia Rossa ci sono diverse soluzioni: prima di tutto bisogna sfruttare il parcheggio, facendolo gestire da privati e predisponendo dei bus elettrici che lo colleghino al resto della città. Un'altra soluzione è quella di farlo diventare la sede della Cittadella dell'innovazione sostenibile. Castelletti propone di realizzarla in via Milano, ma non ha senso costruire ex novo e cementificare ancora la città".  

Tra i punti del programma c'è il ripristino della funivia che portava in Maddalena, chiusa 50 anni fa. Perché?

"La funivia potrebbe tornare a diventare un simbolo di Brescia, oltre che un mezzo di trasporto. Prima di riportarla in auge ci deve essere un progetto di valorizzazione della Maddalena sia per i cittadini, sia in chiave turistica: tra i nostri progetti, oltre alla fattoria didattica, c'è la creazione di un parco avventura, di una parco downhill, del parco delle falesie, il recupero del rifugio Cai e del villaggio Maddalena. Dopodiché servirà un mezzo di trasposto ecologico per far arrivare le persone, diminuendo l'afflusso delle auto e quindi la funivia diventerà utile, necessaria e auto sostenibile". 

I dati della questura indicano che i reati sono stabili, ma per Rolfi la città è comunque insicura. La sua opinione? 

"Da un parte c'è il centrosinistra che sminuisce il problema, dall'altra il centrodestra che lo amplifica. Il problema c'è, ma non va estremizzato. Ci sono degli interventi da fare, come aumentare il numero delle telecamere di videosorveglianza e il numero delle forze dell'ordine. Ma alla base della questione c'è una problema educativo: penso alle baby gang. Noi abbiamo un programma che parte dalla Maddalena per spostare i ragazzi dalla delinquenza, dalle strade o anche dalla dipendenza dai social e dai videogiochi con un progetto di rieducazione culturale e didattica. In Maddalena ci sono 10mila metri quadrati infestati da rovi, proprio dove nel 2016 il Comune aveva realizzato un castagneto: ora dei 30 alberi piantati 15 sono morti, gli altri abbandonati a se stessi. Riqualificando quell'area si potrebbe realizzare una fattoria didattica per supportare gli animali abbandonati e in difficoltà, dove i ragazzi saranno partecipi delle cure. Si potrebbero creare anche degli orti da affidare ai pensionati".

I favoriti per la vittoria sono Castelletti e Rolfi. Il vostro obiettivo?

"Entrare in consiglio comunale per riportare l'ambiente al centro dell'agenda politica".

Perché i bresciani dovrebbero votarla?

"Non siamo politici e non vogliamo diventare tali. Il nostro obiettivo è usare la politica per un fine, come uno strumento per fare del bene al territorio, all'ambiente e alle persone. Lo facevamo prima come volontari, ma per poter fare di più abbiamo bisogno delle istituzioni, che fin qui sono mancate, e quindi abbiamo deciso di impegnarci in prima persona. L'ambiente deve esser una priorità per tutti: la nostra è l'unica lista civica che non è schierata politicamente, perché l'ambiente non deve avere un colore politico". 

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