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Regionali in Lombardia: meno di tre mesi, si vota il 10 febbraio

Conto alla rovescia per l'elezione del nuovo governatore e della nuova giunta che guideranno insieme la Regione più ricca e popolosa d'Italia: il centrodestra a caccia di accordi, il centrosinistra in attesa delle primarie

Meno di tre mesi alle elezioni regionali lombarde, e i tempi che si fanno davvero stretti per quella che appare già come una volata elettorale, con una doppia giornata di urne fissata per domenica 10 e lunedì 11 febbraio 2013. Al momento gli schieramenti sembrano essere tre, due di centrodestra e uno di centrosinistra, ci sono comunque dei margini di spazio per cambiare le carte, e per nuovi accordi.

Nel centrosinistra prima di tutto si aspettano le primarie, fissate momentaneamente entro il 15 dicembre, e i candidati saranno tre, l’incoronato Umberto Ambrosoli e gli outsider Alessandra Kustermann (dottoressa in ginecologia) e Andrea Di Stefano (giornalista). Come ha ricordato il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, saranno “primarie aperte a tutti gli elettori interessati, indette non dai partiti ma dal Comitato promotore del patto civico”.

Un po’ più a destra la Lega Nord che proprio un paio di giorni fa in Consiglio federale ha ufficializzato la candidatura di Roberto Maroni: “Siamo tutti pronti – ha detto il candidato del Carroccio – La macchina organizzativa è partita, l’entusiasmo è alle stelle”. Sulle possibilità di un’alleanza con il PDL è ancora molto critico Matteo Salvini, segretario leghista per la Lombardia: “Ne parleremo se e solo se il centrodestra vorrà confluire su Maroni”.

Gabriele Albertini per il momento balla da solo, e continua a “lavorare per il suo progetto”. Annunciato il nome della lista che lo sosterrà, Lombardia Civica, ha poi lanciato “un appello ai sindaci e agli amministrazioni locali perché si propongano”. A metà tra il pessimismo e il realismo il presidente uscente Roberto Formigoni: “Bando ai tatticismi. Se vogliamo vincere dobbiamo costruire una coalizione con Albertini”.

Segnali non confortanti arrivano dagli scrutini per le elezioni universitarie: chiaro che il confronto vale poco, si parla del 10% circa dei votanti sul totale degli iscritti, ma dai primi dati sembra che le liste legate a Comunione e Liberazione abbiano fatto registrare un fortissimo calo.

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