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Dimissioni in Consiglio di Giovanni Acri: indagato per corruzione Carlo Fidanza

Le indagini partite dalle dimissioni del consigliere comunale di Brescia

La procura di Milano ha aperto una inchiesta per corruzione sulle dimissioni del consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri, che secondo l'accusa sarebbero avvenute per far posto a Giangiacomo Carlovini, ritenuto appartenente alla corrente politica dell'europarlamentare di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza. In cambio avrebbe ottenuto l'assunzione del figlio nello staff dello stesso eurodeputato.

Per questo – spiegano i colleghi di Milantoday – oggi i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza hanno eseguito perquisizioni nei confronti di Acri e del figlio e hanno consegnato a Fidanza una informazione di garanzia. L'inchiesta è condotta dai pm della procura di Milano, Giovanni Polizzi e Cristiana Roveda.

Nei mesi scorsi Fidanza, esponente di spicco di FdI, era finito nell'occhio del ciclone per l'inchiesta 'Lobby nera' a Milano, condotta sempre dal pm Polizzi, sui presunti finanziamenti in nero alla campagna elettorale di due candidati alle elezioni comunali di Milano del 3-4 ottobre. Carlo Fidanza era già indagato (autosospendendosi dal partito). 

La replica: "Qualcuno vuole colpirmi"

A stretto giro è arrivata la replica di Fidanza. "Ho appreso con sorpresa - ha scritto l'eurodeputato in una nota - di questa nuova indagine, che pare riprendere i contenuti di un esposto anonimo depositato alla procura di Brescia nell'ottobre 2021, pochi giorni dopo la trasmissione di un'inchiesta giornalistica di Fanpage. Evidentemente, facendo politica, non si puo' essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l'anonimato. Tengo solo a dire che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito e sono certo che le indagini lo dimostreranno".

L'inchiesta sulla 'lobby nera'

Le indagini sulla cosiddetta 'lobby nera' si concentrarono sul presunto finanziamento illecito ai partiti durante la campagna elettorale per le elezioni comunali di Milano. Nella video inchiesta (che i magistrati milanesi, dopo avere visionato circa cento ore di girato integrale, hanno definito coerente con i filmati originali non montati) Jonghi Lavarini faceva riferimento ad un sistema di 'lavatrici': titolari di partite Iva a cui girare il denaro in nero, che poi avrebbero a loro volta finanziato in maniera legale la campagna elettorale. L'obiettivo dell'inchiesta è verificare se questo sistema esisteva realmente o era soltanto una millanteria. 

I candidati sostenuti da Jonghi Lavarini e Fidanza erano Chiara Valcepina e Francesco Rocca, entrambi eletti a Palazzo Marino. Entrambi si sono dichiarati totalmente estranei a qualunque forma di finanziamento illecito, così come Jonghi Lavarini e Fidanza. Le indagini sulla 'lobby nera' sono state recentemente prorogate di altri sei mesi con nuovi iscritti nel registro degli indagati, tra cui il consigliere regionale della Lega Massimiliano Bastoni.

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