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Parte la corsa al Pirellone, Formigoni: "Maroni non si candidi"

"Ritengo irrituale - ha detto Formigoni - che il capo di un partito che ha fatto cadere la Giunta che ha lavorato bene possa pretendere di essere il candidato"

La situazione in Lombardia assomiglia sempre più a una maionese impazzita, con i partiti si attrezzano per andare a votare cercando candidati e alleanze anche se la data delle elezioni è assolutamente incerta. Quel che è certo è il duello senza esclusione di colpi fra Roberto Formigoni e Roberto Maroni. L'ipotesi che si sta facendo largo nel Pdl è un listone civico senza simboli di partito per sostenere Gabriele Albertini come candidato presidente della Lombardia.

Una lista dove potrebbero entrare esponenti non solo del Popolo della Libertà ma anche di Fli, dell'Udc e persino dell'associazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. E' stato lo stesso ex sindaco di Milano a dire che non accetterebbe una candidatura proposta esclusivamente dal Pdl, ma vorrebbe una coalizione "di moderati non solo appartenenti alle forze del Ppe ma anche di movimenti ed espressioni della società civile di area liberale e riformista come Italia futura". Tutto, però, può ancora succedere. I colpi di scena, al Pirellone, sono all'ordine del giorno. Ieri è stato il presidente Roberto Formigoni a far saltare il banco annunciando in Consiglio che "la legislatura è giunta al termine".

E poi ha attaccato a viso aperto Roberto Maroni bocciando la sua candidatura alla guida della Regione. "Ritengo irrituale - ha detto Formigoni - che il capo di un partito che ha fatto cadere la Giunta che ha lavorato bene possa pretendere di essere il candidato". La risposta dell'ex ministro non si è fatta aspettare: "Non vedo come possa dire che io posso o non posso candidarmi - ha replicato -. Non abbiamo rottamato niente, la Lombardia si è auto rottamata con gli scandali". Il Carroccio ha già indetto le proprie primarie interne per sabato e domenica prossima e vista l'autocandidatura di Maroni é difficile che dalla consultazione nei 1.500 gazebo possa uscire un nome diverso da quello del segretario.

Ma l'ex ministro, dopo questa prima tornata di primarie, è anche disposto a fare un secondo turno con il Pdl. Insomma, non tutte le porte sono chiuse. Certo Maroni candidato non potrà contare sull'appoggio dell'Udc. "Non è della mia area politica, non lo voto" ha tagliato corto il segretario lombardo Savino Pezzotta. Il partito di Casini non parteciperà nemmeno alle primarie, che si tratti di primarie di centrosinistra o di centrodestra. "Vediamo cosa c'é in campo - ha aggiunto Pezzotta -. Ci interessa capire qual è il programma, chi farà il presidente. Ci sono nomi in giro e non tutti mi piacciono".

Antonio Di Pietro spera che il centrosinistra riesca a trovare un nome unitario, ma non il suo. "Io in Lombardia ho sempre fatto l'attaccante - ha spiegato -, invece abbiamo bisogno di un regista che faccia giocare bene gli attaccanti". La scelta sarà fatta con le primarie che il Pd ha già deciso di fare con l'idea di lanciare un "patto civico".

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