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Sciopero generale. Cobas: "In piazza Garibaldi con gli studenti"

"Diremo basta al governo Monti e ai partiti che lo sostengono, alle politiche recessive di austerity, al fiscal compact, alle politiche liberiste imposte all'Europa dal governo tedesco, dalla Bce, dalla Commissione Europea, dalle caste parlamentari e padronali"

Il popolo della scuola sarà una componente importante nello sciopero generale e nelle manifestazioni del 14 novembre. Lo sottolinea il leader di Cobas, Piero Bernocchi, aggiungendo che nel quadro generale di un 'massacro sociale', la scuola è "la vittima sacrificale".

"Per essa la legge che verrà votata alla Camera tra il 14 e il 16 novembre prevede - spiega - l'aumento dell'orario (a parità di salario) di un terzo ai docenti delle medie e delle superiori e l'espulsione di altre decine di migliaia di precari. Poi la deportazione degli insegnanti 'inidonei', il blocco infinito di contratti e scatti di anzianità. A tale scempio si aggiunge la legge Aprea-Ghizzoni, passo decisivo per l'aziendalizzazione della scuola, l'eliminazione degli organi collegiali, la vittoria della scuola-quiz, nonché il 'concorsaccio' per dividere e ricattare ulteriormente i precari".

I Cobas hanno indetto per il 14 lo sciopero generale di tutte le categorie, "che avrà una particolare incidenza nella scuola grazie anche al contributo degli studenti nelle manifestazioni che si svolgeranno in numerose città della penisola: a Brescia il ritrovo è in piazza Garibaldi alle 9".

"Nelle piazze italiane e in particolare a Roma davanti al Parlamento, ove si svolgeranno le votazioni sulla legge di in-stabilità, chiederemo con forza - conclude Bernocchi - la cancellazione del folle aumento del 33% dell'orario di lavoro, mai imposto ad alcuna categoria in Italia o in Europa , del blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, del concorsaccio per i precari, della deportazione degli 'inidonei' e della legge Aprea-Ghizzoni, per l'assunzione dei precari e massicci investimenti nella scuola pubblica. E insieme a tutti gli altri lavoratori, studenti, pensionati e disoccupati diremo basta al governo Monti e ai partiti che lo sostengono, alle politiche recessive di austerity, al fiscal compact, alle politiche liberiste imposte all'Europa dal governo tedesco, dalla Bce, dalla Commissione Europea, dalle caste parlamentari e padronali".
 

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