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Palazzo Loggia: sindaci bresciani riuniti contro il gioco d'azzardo

I primi cittadini insieme per sponsorizzare una legge quadro sul gioco d'azzardo: "Dobbiamo proteggere le persone più fragili"

A palazzo Loggia, sabato scorso i sindaci bresciani si sono incontrati per invitare i cittadini a firmare una proposta per una legge quadro sul gioco d’azzardo.

Il gioco pubblico (così viene definito in Italia il gioco d’azzardo), a partire dai primi anni novanta, ha visto un aumento tale che oggi ci sono oltre 6mila punti gioco con una slot ogni 150 abitanti su tutto il territorio nazionale.

La diffusione di luoghi del gioco sempre più accessibili (bar, caffetterie, tabaccherie, ristoranti, aree pubbliche), le tecnologie sempre più coinvolgenti e la possibilità di vincita hanno accresciuto il numero dei giocatori a rischio dipendenza.

Essendo il gioco lecito materia di esclusiva competenza dello Stato che interviene per mezzo delle Questure, non sono i Sindaci ad autorizzare l’apertura delle sale gioco o la postazione di apparecchi per il gioco nei propri territori. Le Amministrazioni comunali possono solo prendere atto dell’apertura di una nuova sala quando viene presentata in Comune una segnalazione certificata di inizio attività (Scia edilizia).

I Sindaci dunque si trovano senza poteri di fronte ai problemi enormi che vivono le famiglie e le comunità che amministrano: "Riteniamo quindi necessaria - scrivono in una nota - una legge quadro che consenta loro di decidere se aprire o meno sale gioco sul proprio territorio e che consenta di proteggere le persone più fragili, curare chi è dipendente e impedire realmente l’accesso al gioco ai minorenni".

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