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Rolfi: «Inammissibile fare proseliti in tv con programmi in lingua araba»

Il vice-sindaco Rolfi interviene a proposito del programma in lingua araba realizzato da Rtb Brescia: "Queste situazioni rappresentano l'ostacolo maggiore all'integrazione degli stranieri nella nostra società"

Il vice-sindaco di Brescia Fabio Rolfi, in comunicato stampa, interviene duramente in merito al programma in lingua araba trasmesso su un’emittente televisiva bresciana.

Desidero esprimere forte preoccupazione - si legge nella missiva - per il fatto che venga data possibilità a un predicatore musulmano di trasmettere il proprio messaggio attraverso emittenti televisive bresciane, con l’obiettivo tra l’altro di creare una televisione islamica che trasmetta su territorio nazionale. Credo che in questi casi non ci si dovrebbe limitare a concludere accordi commerciali, ma ci si dovrebbe preoccupare maggiormente di conoscere il contenuto di ciò che viene trasmesso”.

“Queste situazioni - continua il vice-sindaco - rappresentano l’ostacolo maggiore all’integrazione degli stranieri nella nostra società e forse dimostrano come alcune comunità abbiano scarso interesse a integrarsi.  Sarebbe opportuno che trasmissioni di questo tipo almeno fossero in lingua italiana”.

Si rischia purtroppo di offrire una cassa di risonanza importante e pericolosa per idee che spesso risultano inconciliabili con il nostro ordinamento; la medesima situazione che si verifica frequentemente anche durante le prediche in lingua araba degli imam. Bene han fatto dunque le autorità competenti a predisporre approfondimenti sui contenuti – conclude – e mi auguro che i messaggi che sono stati lanciati da questo telepredicatore islamico e dai suoi ospiti possano essere verificati al più presto”.

Sfugge ai più, tuttavia, il salto logico secondo il quale il programma debba rappresentare "l’ostacolo maggiore all’integrazione degli stranieri nella nostra società" e forse dimostra "come alcune comunità abbiano scarso interesse a integrarsi".

La libertà di professare il proprio culto non è forse un punto fermo per una pacifica convivenza? E perchè si possono fare programmi in dialetto bresciano e non in lingua araba? (Un arabo potrebbe chiedersi a questo punto perchè i bresciani non si integrano con gli italiani). Quand'è che si smetterà di parlare di integrazione - che spesso la Lega confonde con rinnegazione della propria identità - e si incomincerà a convivere ciascuno nella sua bella e vitale diversità?
 

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