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Brescia, Del Bono: "Bilancio comunale sfasciato nel 2012"

Il sindaco: "Ecco la vera situazione finanziaria del comune di Brescia"

La gestione di un Ente locale si deve reggere sul principio del pareggio tra le entrate e le spese correnti: questo è richiesto non solo dalla normativa vigente ma anche ovviamente dal buon senso.

Le entrate e le spese correnti sono voci che hanno la caratteristica della continuità: si ripetono annualmente e, pertanto, è necessario mantenere un tendenziale pareggio tra ciò che entra periodicamente nelle casse del Comune e ciò che esce per finanziare i servizi erogati. Tutto ciò serve ad avere una corretta gestione.

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Oltre alle entrate correnti, l’Ente può beneficiare di entrate in conto capitale derivanti, ad esempio, dalla vendita dei propri beni. Con questi introiti può finanziare i propri investimenti (vale a dire le spese in conto capitale). Va rilevato che le entrate in conto capitale non si ripetono, per definizione, nel tempo. Ed è pertanto privo di logica pensare di utilizzare un’entrata in conto capitale (una tantum) per coprire le spese correnti.

"Negli ultimi anni - dichiara Del Bono -, il Comune di Brescia ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità e di fronte ad una situazione critica (con un significativo disavanzo tra spese ed entrate correnti), anziché intervenire, ha vissuto alla giornata".

"Se oggi vendo - continua - l’argenteria per mantenere un tenore di vita più elevato di quanto potrei, domani la situazione diverrà insostenibile. Finita l’argenteria, vi sarà solo una strada per non finire sul lastrico: quella di ridurre il proprio tenore di vita".

Secondo il sindaco, negli scorsi anni la Giunta Paroli ha venduto un po’ di argenteria, ha promesso di venderne altra (promessa non mantenuta). Insomma, "ha cercato di vivacchiare ricorrendo a soluzioni temporanee". Non solo. Per Del Bono, "ha cercato di peggiorare la situazione programmando interventi costosi (e di dubbia utilità per i bresciani) come la sede unica del Comune e l’incomprensibile parcheggio sotto il Castello. Un buon esempio di cattiva gestione".

Il buco risale al 2012. I documenti del Settore Bilancio e Ragioneria sono chiari su questo: nelle note del Settore Bilancio si sottolinea infatti che il disavanzo di parte corrente (la vera piaga di Brescia) ha origini fin dalla prima metà del 2012: "La Giunta di centrodestra era consapevole della situazione, ma non ha agito. E ha lasciato così deteriorare la situazione".
 
Per chiarire la vicenda è essenziale l’informativa del 31 maggio 2012, che ha per oggetto la predisposizione del bilancio di previsione 2013, ma che dà chiare indicazioni anche sul bilancio preventivo 2012. A pag. 3 si legge ad esempio che “[I] primi mesi dell’esercizio 2012 sono stati caratterizzati dal progressivo deterioramento dell’equilibrio di parte corrente del bilancio”. I dati riportati sono di una chiarezza sconfortante: il disavanzo tra spese ed entrate correnti è infatti pari a -37,9 milioni di euro.

Il documento spiega poi in modo dettagliato come, nonostante il marcato disavanzo di parte corrente, si sia giunti all’equilibrio del bilancio di previsione 2012: il tutto è avvenuto mediante l’utilizzo di poste una tantum.

Gli interventi sono stati quattro:
    •    Utilizzo di 22,2 mln di avanzo di amministrazione (il Settore bilancio segnala che “tale voce … non può in ogni caso essere riapplicata nel corso del prossimo esercizio finanziario”);
    •    Impiego per 9,7 mln del fondo pluriennale vincolato (tralasciando la natura tecnica di questa posta, il Settore Bilancio rileva anche in questo caso il carattere di “eccezionalità” di questa copertura, che deriva da un fondo costituito con il mero scopo di cambiare i principi contabili applicati e non da entrate effettive);
    •    Stima di 6 mln di proventi derivanti da permessi di costruire (a tale proposito, si legge che, a decorrere dal 2013, i proventi di detti permessi non potranno più coprire la parte corrente, ma finanziare le spese in conto capitale);
    •    Stima di 5,97 mln di plusvalenze da alienazioni: anche in questo caso il Settore sottolinea che, in base alla norma vigente, a decorrere dal 2013 dette plusvalenze non potranno più coprire il disavanzo corrente.

In conclusione, il Settore Bilancio rileva che: “[G]li equilibri di parte corrente del bilancio (previsionale) 2012 (...) possono dirsi garantiti solo attraverso entrate straordinarie e non ripetibili nel futuro per un importo pari a 43,9 milioni di euro”. Quanto rilevato è sufficiente a mostrare la conoscenza di un forte disavanzo da parte della Giunta già nella prima metà del 2012.

Il bilancio preventivo del 2012 non è chiaro nemmeno sugli investimenti e soprattutto sulle loro modalità di finanziamento. In molti casi, questo documento prevede investimenti (ad esempio sul Progetto Campus con l’Università Statale di Brescia da ben 4 milioni), ma dà indicazioni del tutto generiche per quanto riguarda le modalità di finanziamento.

La voce “alienazione di azioni” si ripete più volte. Ma nulla si dice in merito a quali e quante azioni si debbano vendere: "Da quanto abbiamo appreso dagli Uffici - sottolinea il sindaco -, manca tuttora un piano di alienazione".

Nel settembre 2012, "Paroli e compagnia ha avuto un sussulto di consapevolezza, forse perché ha capito come sia talvolta difficile continuare a vendere l’argenteria" e ha varato una manovra di aumento dell’Imu: "Ma la manovra era inadeguata, pur garantendo maggiori entrate per 27,1 mln di euro, il 2012 si è chiuso in rosso".

Non solo. Si è chiuso in modo rocambolesco. Nonostante il carattere strutturale (e non congiunturale) del disavanzo, Brescia è stata insignita del “bollino” di Comune “virtuoso” e ha ricevuto inoltre un bonus da parte della Regione.

Per i non addetti ai lavori, ciò significa che, nel 2012, il “virtuoso” Comune di Brescia ha beneficiato di una riduzione del saldo obiettivo, rispetto al dato iniziale quantificato in sede di approvazione del bilancio 2012, di circa 33 milioni, una cifra simile a quella del disavanzo attuale.

Nell'anno in corso, nonostante i campanelli di allarme fossero duplici la Giunta Paroli ha deciso di non decidere. Vale a dire, non ha presentato il bilancio di previsione 2013, causando un danno per l’anno in corso. Senza guida e senza un bilancio preventivo la nostra città si trova così ad affrontare un lungo periodo di esercizio provvisorio. In altri termini, la macchina amministrativa, priva di indirizzo politico, deve far fronte alle spese mese per mese senza una ben che minima regia.

E’ chiaro che, in tale situazione, il Comune non può lavorare a pieno ritmo e la sua azione perde di efficacia. Non solo. A luglio 2013, la situazione risulta di fatto ingessata: la spesa corrente già impegnata per l’anno in corso è pari all’incirca al 90% di quella dell’anno precedente.

Ciò significa che risulta estremamente difficile (se non impossibile in alcuni casi) mettere in atto interventi di razionalizzazione della spesa se le risorse sono già uscite dalle casse del Comune o si apprestano a farlo: "Va ribadito - conclude Del Bono - causa l’inerzia della vecchia Giunta, gli interventi di razionalizzazione, che si sarebbero potuti ripercuotere positivamente sul bilancio 2013, risultano quasi impossibili. Non solo dunque la macchina è ferma, ma per riportarla a pieno regime bisognerà attendere il 2014".

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