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Brescia come Parma? Per Giovanardi bilancio comunale a rischio

I dati del Comune elaborati da Cesare Giovanardi dimostrano il deficit costante della Loggia. Senza i dividendi di ASM e A2A negli ultimi tre anni le spese superano le entrate con una media che sfiora i 58 milioni di euro

Il Comune di Brescia potrebbe fare la fine del Comune di Parma, alle prese con un deficit e un buco di bilancio pari a centinaia e centinaia di milioni di euro: le cifre diffuse nelle ultime settimane parlano da sole, e si calcola un debito compreso tra i 450 e i 600 milioni di euro. A lanciare l’allarme è Cesare Giovanardi della segreteria cittadina del Partito Democratico, che nel febbraio scorso ha rielaborato i dati diffusi dalla Loggia sul bilancio comunale degli ultimi anni. Secondo quanto emerge dalle tabelle, senza i dividendi ottenuti dalla controllata A2A (fusasi nel 2007 con ASM), dal 2005 in poi il bilancio registrerebbe segno negativo, con un’impennata significativa dal 2008 al 2011, di cui al momento si hanno solo proiezioni.

Le entrate comunali superano le spese solo ed esclusivamente con i dividendi dell’azienda di servizi di pubblica utilità: nel 2008 250 milioni contro 213, nel 2009 266 contro 218, nel 2010 266 contro 246. Ma se a questi dati si sottrae la copertura dovuta alla vendita del capitale azionario di A2A e alle riserve straordinarie del patrimonio il risultato cambia completamente, e nel 2008 il dato reale mostra un deficit di 48 milioni, nel 2009 di 55, nel 2010 di 64. Le proiezioni relative al 2011 segnalano invece un probabile segno meno di circa 54 milioni, per una media complessiva degli ultimi tre anni che sfiora i 58 milioni di euro.

Negli ultimi anni il buco virtuale di bilancio è stato coperto grazie ai milioni e milioni dei dividendi di ASM/A2A. “Il buon amministratore sa che se le spese correnti sono state 246 milioni di euro e le entrate correnti 182 milioni vi è un deficit di 64 milioni – scrive Giovanardi – ma sa anche che non è bene farvi fronte con entrate straordinarie quali i dividendi che A2A riesce a garantire. Per il buon amministratore la via maestra è ridurre la spesa corrente e/o aumentare le entrate, per raggiungere un equilibrio che può essere individuato nel pareggio corrente”.

Negli ultimi anni è mancata la buona amministrazione? “Coprire con il patrimonio comunale o di A2A un deficit corrente pari al 25% delle spese correnti e al 33% delle entrate correnti significa distruggere la solidità economica della città di Brescia in pochi anni. Se a questo poi aggiungiamo un deficit corrente annuo di 25 milioni di euro, derivante dalla gestione del Metro Corto, significa che Brescia può trovarsi fra qualche tempo nella condizione di Parma, con un enorme debito, i problemi comunque irrisolti, e un degrado democratico e di credibilità da cui sarà difficile uscire”.

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