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Bilancio in ritardo, scoppia la crisi: 10 Comuni a rischio scioglimento

Allarme rosso dalla Valcamonica alla Bassa: ci sono 10 Comuni bresciani e tre Unioni dei Comuni a rischio scioglimento per la mancata approvazione del bilancio di previsione

A livello provinciale, se mai dovesse succedere, sarebbe un terremoto politico: sono addirittura 24 i Comuni bresciani diffidati, più di un Comune su dieci in tutta la Provincia. Lo conferma la Prefettura: a conti fatti, si tratta di 10 municipi “per intero” (e quindi autonomi nella gestione) che rischiano lo scioglimento, e altre tre Unioni dei Comuni, ma che in tutto raggruppano 14 paesi e fanno quasi 25mila abitanti, che potrebbero andare incontro allo stesso destino.

I tempi stringono: il motivo del rischio scioglimento è legato alla mancata approvazione del bilancio di previsione nei termini di legge. Adesso mancano 20 giorni, spiega il prefetto Annunziato Vardè: solo 20 giorni per portare in aula la delibera e approvarla, pena lo scioglimento, il commissariamento, le elezioni anticipate.

Ma quali sono i Comuni coinvolti, insomma quelli che rischiano? In ordine, dalla Valcamonica alla Bassa, abbiamo Ponte di Legno, Edolo, Sellero, l'Unione dei Comuni della Media Valle Camonica (Capo di Ponte, Ono San Pietro, Cerveno, Losine e Braone), l'Unione di Comuni Lombarda (Paspardo, Ceto e Cimbergo), l'Unione degli Antichi Borghi della Valcamonica (Borno, Ossimo, Malegno, Niardo, Breno e Bienno), il Comune di Cividate Camuno, quello di Tremosine sul Garda, e poi Gargnano, Lavenone, Flero, Cigole e Fiesse.

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