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Circoli Operai in difesa dei salariati: «Coscienza di classe contro la crisi»

Domenica mattina affollata assemblea all’auditorium di Via Balestrieri: lavoratori, operai e precari per una lotta internazionale contro l’imperialismo europeo e unitario. “Le ideologie borghesi hanno fallito di nuovo”

Un forte partito internazionalista per la difesa dei salariati in Europa. Questo chiedono i lavoratori e gli operai di Lotta Comunista che si sono riuniti domenica mattina in una affollata assemblea nell’auditorium del liceo scientifico Leonardo in Via Balestrieri a Brescia: giovani e meno giovani, italiani e immigrati, precari e dipendenti, uniti ora e come sempre per far fronte alla nuova reazione dell’Europa in piena guerra del debito, che cerca di far pagare il conto della crisi a quelli che di certo non l’hanno provocata. “Bisogna conoscere chi si ha davanti, è indispensabile per la lotta internazionalista contro l’imperialismo europeo e l’imperialismo unitario”.

Se si avvicina la prospettiva di un’Europa unita, senza più Governi e senza più confini, anche i lavoratori devono saper reagire con un movimento unitario. “Con il taglio del welfare si tende a scaricare il debito non su chi l’ha accumulato ma su chi non ne porta la responsabilità, lavoratori e pensionati. Questa è la dimostrazione che nel capitalismo chi fa debiti e chi li paga sono due persone diverse. Lo stesso discorso vale per l’Italia: il Governo Monti è un Governo di professori e banchieri messo lì dall’Europa, con un programma scritto e firmato a Bruxelles e a Francoforte dall’imperialismo continentale”.

La nuova manovra italiana purtroppo la conosciamo tutti, tra tagli alle pensioni e allungamento dell’età pensionabile, nuovi balzelli e nuove tasse per le famiglie e i salariati, oltre alla vittoria della grande industria italiana che sta per ottenere la cancellazione dell’articolo 18, dando il via libera alla flessibilità estrema sul lavoro, ai licenziamenti e alla precarietà. La crisi d’Occidente è la palese dimostrazione di come non possa esistere un capitalismo buono, un capitalismo equilibrato, nonostante gli anni e di decenni di prediche a opera dei due grandi filoni dell’ideologia democratica e borghese: il liberismo sfrenato e la socialdemocrazia di convenienza, secondo cui il capitalismo non è equilibrato ma equilibrabile.

“In questi anni è stato più che dimostrato che le ideologie borghesi hanno fallito miseramente. Questa è una lezione importante, perché attesta in modo molto chiaro per quale motivo si debba essere comunisti oggi, per contrastare questa società diseguale: le altre forze politiche e le altre ideologie non danno alcuna speranza al genere umano, anzi. A un presente difficile prospettano un futuro ancora peggiore, e su questo non hanno dubbi. La loro soluzione? Non ne hanno, e continuano a ripetersi che sperano di uscirne”.

La risposta internazionale dei lavoratori è probabilmente l’unica vera soluzione a quello che è chiaramente un sistema economico e sociale basato sullo sfruttamento e sull’ingiustizia. Il movimento operaio non è finito, cresce invece per numero e per consistenza in tutto il mondo, dalla vecchia Europa alla nuova Asia, vero serbatoio numerico del proletariato industriale moderno. Non sarà facile, i tempi non sono i migliori: “La crisi del debito presto manifesterà tutte le sue drammatiche conseguenze sulle spalle della solita classe. Conseguenze sociali ma anche conseguenze strategiche, come il cambiamento dei rapporti di forza tra le potenze”.

“Aspetto di cui in pochi parlano ma che in realtà è quello più decisivo. Perché sarà la causa e la condizione delle tensioni sconvolgenti che nei prossimi decenni produrranno risultati mai visti nella storia dell’umanità. Crisi e guerre di fronte a cui perfino quelle pur drammatiche del secolo scorso sembreranno soltanto delle piccole tempeste in un bicchiere d’acqua”.

La moderna difesa dei diritti sindacali deve seguire la propria e autonomia via di classe: se l’Europa organizza i suoi poteri presentandone il conto ai lavoratori, sta ai lavoratori organizzare su scala continentale l’opposizione all’imperialismo europeo. I Circoli Operai lavorano per questa opposizione ricercando un radicamento nelle grandi città con un tenace lavoro organizzativo. Anche a Brescia.

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