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Scandalo appalti, l'inchiesta si allarga: coinvolto un altro sindaco

La gestione degli appalti in Valcamonica nel mirino degli investigatori: dopo gli undici arresti di lunedì mattina l'inchiesta si allarga, tra gli indagati anche il sindaco di Ceto Marina Lanzetti

Appalti pilotati in Valcamonica, l'inchiesta si allarga: a poche ore dal blitz dei carabinieri che alle prime luci dell'alba di lunedì hanno portato a termine ben undici ordinanze di custodia cautelare tra imprenditori, funzionari pubblici e su tutti l'ex sindaco di Malonno, Stefano Gelmi. Al centro delle indagini la gestione degli appalti, che venivano “guidati” verso imprenditori compiacenti per un continuo scambio (illecito) di favori.

Il nuovo filone dell'inchiesta ha già varcato il confine di Malonno, dove comunque sarebbero stati accertati almeno tre appalti, per un valore di oltre 1 milione di euro. Nel registro degli indagati ci sono finiti anche il sindaco di Ceto, Marina Lanzetti, e con lei un tecnico del Comune e altri tre imprenditori della zona.

Nel mirino degli inquirenti – le indagini sono condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura – ci sarebbero due opere, appunto realizzate nel Comune di Ceto, per un valore di oltre 600mila euro. Al centro del sistema, almeno per quanto riguarda Malonno, la Centrale Unica di Committenza dell'Unione delle Alpi Orobie bresciane: due gli arresti a riguardo, entrambi ai domiciliari, i funzionari Morena Piloni e Gianpaolo Albertoni.

Gli altri nomi dell'inchiesta: oltre all'ex sindaco Gelmi, considerato uno dei “registi” delle operazioni, anche gli imprenditori Remo Fon, Rocco Mastaglia e Andrea Cattaneo (ai domiciliari) e Silvano Andreoli, Alberto Avanzini, Bruno Cioccarelli, Alessandro Gelmi, Giuseppina Lanzetti (obbligo di firma).

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